Aversa (Caserta) – Non basta posizionare una sedia rossa in una biblioteca né in alcun altro luogo. Per combattere la violenza sulle donne è necessario che l’informazione non sia limitata al cosiddetto femminicidio al quale si dice no organizzando eventi ricchi di scarpe rosse. – continua sotto –
Va in questo senso l’iniziativa promossa da “Aversa Donna”, presieduta da Milena Gordon, che domenica ha aperto al pubblico il mini museo della “ruota degli esposti” presente in via Roma per una giornata particolare di letture di libri e riviste in cui si affrontava il tema della violenza sulle donne in un’ottica a 360 gradi. Perché, come ha chiarito la professoressa Angela Di Foggia, presente in veste di guida, la violenza sulle donne viene compiuta in tantissimi modi e da tempo immemore. Un esempio è rappresentato all’interno del museo alla “ruota degli esposti”.
Attraverso quella ruota veniva abbandonato un figlio indesiderato, il più delle volte frutto della violenza subita da una donna nei secoli scorsi quando non solo erano costrette a lavorare nei campi o in case padronali ma venivano stuprate dai datori di lavoro che poi, non riconoscendo il frutto della violenza, le costringevano ad abortire o ad abbandonare i neonati all’interno di quella ruota.
Sicuramente questo è il caso più grave di violenza sulla donna che si perpetrava nei secoli passati e che ancora oggi, in certi ambienti, avviene costringendo la donna all’aborto o ad essere sola ad accudire il frutto della insana azione. Ma oggi la violenza si esprime in così tante altre maniere che è impossibile elencarle tutte. Angela Di Foggia ne ha ricordato alcune nel video realizzato durante la visita al museo. IN ALTO IL VIDEO