Pasquale Carbone, ex sindaco di San Marcellino, è stato assolto nel processo nato dall’inchiesta sull’indebita percezione di assegni di invalidità ai danni dell’Inps, culminata nel novembre 2019 con l’operazione “Carbonella” della Guardia di Finanza. – continua sotto –
Il giudice Rossella Marro del tribunale di Napoli Nord in Aversa ha invece condannato, per truffa e falso, alla pena di 6 anni e 8 mesi, assolvendolo solo dall’accusa di corruzione, il medico Salvatore Ambrosio, presidente di una commissione medico-legale nonché collaboratore esterno dell’Inps di Caserta, il quale, come emerso dall’inchiesta, aveva falsamente certificato a favore dei due beneficiari, senza neppure sottoporli alle prescritte visite mediche, una percentuale di invalidità tale da fargli ottenere la relativa indennità, unitamente alla prestazione aggiuntiva dell’accompagnamento e agli altri benefici previsti dalla legge 104/92. Condannato anche Cosimo Carbone, figlio di Pasquale, a 1 anno e 8 mesi, con il beneficio della sospensione della pena, per aver indebitamente percepito una pensione di invalidità.
Tra gli altri imputati, assolti: Michele Russo, responsabile di un patronato Caf a Lusciano e collaboratore di un patronato di Aversa, e Benito Di Costanzo e Giuseppe Di Costanzo, di San Cipriano d’Aversa, e Casapesenna, che erano stati ritenuti “procacciatori di clienti”.
Il sistema – Dalle indagini erano emerse decine pratiche di riconoscimento di invalidità civile gestite dallo stesso medico che presentavano irregolarità istruttorie. Nella maggioranza dei casi, il medico effettuava l’accesso allo specifico portale e, dopo aver creato false commissioni, delle quali facevano parte altri ignari medici, attestava telematicamente la falsa invalidità senza, evidentemente, aver effettuato alcuna visita medica e senza aver esaminato il relativo fascicolo sanitario, peraltro in molti casi mai creato. Alcuni dei beneficiari, sottoposti a visita di revisione straordinaria da parte di un’apposita commissione medico-legale inviata dalla direzione generale dell’Inps di Roma, erano risultati sprovvisti dei requisiti necessari per il riconoscimento dell’invalidità civile, altri, di quelli previsti per l’assegnazione di una percentuale di invalidità tale da permettere l’ottenimento dei benefici aggiuntivi di legge. – continua sotto –
La dipendente dell’Inps di Aversa – Le indagini consentivano anche di individuare delle anomalie nella gestione dell’ufficio liquidazioni dell’Inps di Aversa dove una dipendente addetta al pagamento delle indennità di invalidità civile, in concorso con il collaboratore del Caf, “accelerava” i pagamenti delle stesse indennità, inducendo alcuni degli utenti a pagare, per tale ragione, un prezzo di circa 250 euro per ciascuna pratica, in alcuni casi corrisposto attraverso l’elargizione di altre utilità.
Inchiesta scongiurò per lo Stato danno erariale – Grazie all’indagine delle Fiamme gialle le false pensioni di invalidità civile, le indennità di accompagnamento e i venefici della legge 104/92 vennero tutti revocati, facendo così risparmiare alle casse dello Stato una somma stimata intorno ai 100mila euro mensili.