Madonna di Casaluce, dissequestrato il conto corrente del comitato: la vicenda prosegue in tribunale

di Redazione

Casaluce (Caserta) – I carabinieri della stazione di Teverola, comandati dal maresciallo Amedeo Scialdone, hanno dissequestrato il conto corrente bancario, su cui erano depositati 25mila euro, del Comitato festeggiamenti della Parrocchia della Madonna di Casaluce e lo hanno restituito al suo legittimo titolare, il parroco del Santuario di Santa Maria ad Nives, don Michele Verolla. – continua sotto –  

Questa la decisione eseguita su ordine del pubblico ministero del Tribunale di Napoli Nord, Francesco Persico, che ha accolto la richiesta dei legali del sacerdote, gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo. Qualche mese fa la Procura normanna, dopo indagini acquisizione di documenti, sequestrò il conto corrente intestato ad un maresciallo in congedo della Guardia di Finanza, Giuseppe Carione, ex presidente delegato del comitato di Casaluce, notificandogli l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Ora è prossima la fissazione dell’udienza preliminare. Lo stesso pm aveva chiesto al giudice la misura degli arresti domiciliari per Carione e dopo il non accoglimento della richiesta del gip faceva ricorso al Tribunale del Riesame di Napoli.

A breve Carione dovrà comparire dinanzi al giudice per l’udienza preliminare, difeso dall’avvocato Alfonso Quarto. La corte dovrà pronunciarsi sulle accuse mosse dalla Procura e dai difensori del parroco che, dichiarandosi esasperato dai presunti comportamenti vessatori del militare, attraverso gli avvocati Crisileo presentò ben sei querele contro di lui. I reati contestati dalla Procura vanno dall’estorsione all’appropriazione indebita, allo stalking e alla violenza privata.

La storia inizò più di un anno fa quando Carione venne rimosso, contro la sua volontà, dalla carica di presidente delegato del comitato festeggiamenti della Madonna di Casaluce. Successivamente, sul territorio di Casaluce, spuntarono manifesti di protesta contro don Michele Verolla. Secondo l’accusa, fermo restando l’esito del procedimento, fu una vera e propria persecuzione ai danni del parroco, costretto anche a ricorrere alle cure dei sanitari. Fino a che don Michele si rivolse alla magistratura tramite gli avvocati Crisileo che ottennero il sequestro del conto corrente del disciolto comitato del quale Carione si sarebbe appropriato. Ciò nonostante, il presunto stalking del finanziere in congedo sarebbe continuato cercando di screditare il sacerdote dinanzi ai fedeli. Carione presentò un ricorso d’urgenza al tribunale civile per ottenere l’annullamento della cancellazione del comitato fatta dal parroco ma tale richiesta fu rigettata dal giudice Rabuano che lo condanno anche al pagamento di 5mila euro per le spese legali.

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