“Da anni denunciamo una grave carenza di impianti che impedisce di chiudere la filiera del riciclo ridando nuova vita ai rifiuti e pertanto non possiamo che accogliere positivamente le linee guida strategiche della Cassa Depositi e prestiti per l’Economia circolare con al centro due aree di focus su più impianti per la gestione dei rifiuti e più innovazione nelle filiere del riciclo e del riuso”. Così la direttrice del Polieco, consorzio nazionale dei rifiuti dei beni in polietilene, Claudia Salvestrini, che ha più volte pubblicamente sottolineato l’esigenza di uno slancio nella dotazione di impianti in grado di garantire la vera economia circolare sul territorio nazionale, commenta il documento divulgato dalla Cassa Depositi e prestiti per l’Economia circolare. – continua sotto –
Un documento nel quale Cdp segnala che, al fine di superare la carenza di impianti, sarebbero necessarie risorse che sono state stimate in oltre 4 miliardi di euro, circa un quarto della spesa annua in Italia per sussidi ambientalmente dannosi legati a combustibili fossili.
Cdp rende noto che potrà intervenire, secondo criteri di addizionalità e complementarità, contribuendo a colmare i gap di investimento nei settori e nei territori in cui gli operatori di mercato non riescono a mobilitare risorse adeguate e fornendo supporto alle Amministrazioni Pubbliche per l’accelerazione dei processi autorizzativi, la programmazione degli interventi e la messa a terra dei progetti.
“Ben vengano nuovi investimenti e un maggiore impulso ai processi autorizzativi che spesso richiedono tempi lunghissimi e non coerenti con la necessità di prevenire un sistema di gestione dei rifiuti che, proprio a causa della carenza di impianti, finisce per alimentare i traffici illeciti a danno dell’ambiente e della concorrenza leale tra le imprese. La carenza degli impianti – ribadisce Salvestrini- purtroppo finisce per favorire mafiosi e quella parte di impresa deviata che, a discapito di tanti onesti operatori del settore, non lavora rispettando le regole. Le nuove opportunità di investimento – conclude la direttrice del Polieco – devono essere viste come una seria occasione di sviluppo per uscire dal tunnel di una inadeguatezza che non è pensabile si possa protrarre ulteriormente se si intende davvero cogliere la sfida di un futuro più green e sostenibile”.