Aversa (Caserta) – Dimissioni. La parola tabù nella maggioranza, da mercoledì mattina fa capolino anche tra gli esponenti della coalizione variopinta. Il sindaco Alfonso Golia starebbe seriamente pensando di rassegnare le dimissioni dopo l’ennesima seduta di consiglio comunale andata a vuoto per manifesta assenza di una maggioranza che lo supporti, nonostante gli sforzi fatti in questi giorni dai due padrini politici di questa amministrazione: il consigliere regionale Giovanni Zannini dei Moderati e del parlamentare Dem Stefano Graziano. – continua sotto –
Al momento c’è una sorta di silenzio stampa non dichiarato, ma effettivo. Non parla nemmeno l’artefice dell’ennesima figuraccia di questa maggioranza, l’ex pentastellato Roberto Romano, che, con il proprio allontanamento improvviso dall’aula, ha dato la stura all’ennesima seduta a vuoto, nonostante ci fosse all’ordine del giorno la nomina del nuovo presidente del consiglio comunale. Mercoledì mattina, infatti, doveva essere eletto Marco Girone, mentre a Romano sarebbe stato promesso un posto in giunta per sé o per persona da nominare, ma, evidentemente, qualcosa non è andato per il verso giusto.
Parla, invece, dall’opposizione, il consigliere anziano Alfonso Oliva, che aveva convocato la seduta. «Con la presenza in aula mercoledì mattina di 23 consiglieri, in sintonia con il parere del ministero dell’interno, – ha spiegato l’esponente di Fratelli d’Italia – ho dichiarato aperta e valida la seduta. Ciò che poi è accaduto è un mero dato politico: il sindaco non ha più una maggioranza. È stato sfiduciato in consiglio per l’ennesima volta: prima al bilancio del novembre 2020, poi gli fu bocciata la delibera del suo vicesindaco sulla questione università a piazza Giovanni XXIII e ieri sulla elezione del proprio presidente: dico proprio perché il consigliere Girone è parte ed è stato indicato dalla maggioranza. Cosa altro deve accade al sindaco per farlo scollare con un sussulto di dignità politica dalla sedia? Mi auspico per Aversa le dimissioni immediate ed irrevocabili».
Interpellato sulla prossima data di convocazione del civico consesso per l’elezione del presidente. Oliva ha salomonicamente concluso: «Il consiglio sarà convocato secondo le norme del regolamento entro 8 giorni». Critica anche la Dem di opposizione Eugenia D’Angelo: «La mancanza del numero legale nel Consiglio Comunale di mercoledì, per l’assenza di un consigliere di maggioranza, è l’iconografia della completa delegittimazione del sindaco, Alfonso Golia, e della sua incapacità di gestire la sua maggioranza, come già accaduto in passato. Questo era già apparso evidente dal commissariamento operato dagli onorevoli Graziano e Zannini per gli accordi raggiunti nel cosiddetto “patto della lardiata”, ma ieri è stato clamorosamente fotografato nella diretta streaming durante la quale un attonito Golia chiedeva: “dove è Roberto?” (Romano, ndr). Un sindaco autorevole dovrebbe, sempre, risolvere qualsiasi problema della sua maggioranza in prima persona, senza delegare nessun padrino politico».
D’Angelo ipotizza anche il prosieguo: «Adesso ci propineranno la barzelletta del consigliere di maggioranza che ha avuto un improcrastinabile imprevisto personale e tutti faranno finta di crederci per tenere in vita una consiliatura ormai finita. Dopo le ultime assegnazioni degli appalti relativi ai fondi del Pnrr e qualche altra operazione di lassaiz-faire urbanistico, essenziali per alimentare le velleità di candidato a sindaco di qualche superassessore della maggioranza e per rinforzare il consenso elettorale del gruppo dei zanniniani, Golia sarà scaricato dai suoi stessi compagni di merenda. Altro che “patto per il 2030”. Voglio, infine, sottolineare un dato tecnico. Anche se la minoranza fosse restata in aula e la seduta di Consiglio Comunale fosse proseguita, la maggioranza, essendo presenti solo 12 consiglieri, non sarebbe stata comunque in grado di eleggere il nuovo presidente del consiglio comunale».