Aversa (Caserta) – Ferdinando Russo, 19enne giuglianese, a dispetto della giovanissima età, era stato considerato un “esperto rapinatore” dal gip del Tribunale di Napoli Nord, che lo aveva relegato in carcere. Per lui l’accusa di aver assaltato, insieme ad almeno altri 4 complici, la gioielleria “Marotta” di Aversa dove era stato razziato un bottino di 300mila euro. – continua sotto –
La banda era sbucata dal pavimento, con la “tecnica del buco”, tramite un tunnel scavato lungo la rete fognaria cittadina, ma era stata individuata grazie ad una traccia di sangue rinvenuta all’interno della gioielleria. Oggi il Tribunale del Riesame di Napoli (Decima Sezione Penale, presieduta da Pietro Carola), accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, ha concesso al giovane gli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Giugliano in Campania.
Dopo cento giorni di indagini, seguiti alla rapina avvenuta il 20 luglio scorso, la Procura di Napoli Nord emise un decreto di fermo a firma del pubblico ministero Antonio Vergara a carico di Russo e dell’altro giuglianese Giuseppe Palumbo, di 33 anni, fortemente indiziati di appartenere alla banda del buco. Dopo essersi introdotti nella gioielleria situata nella centralissima via Roma di Aversa, i rapinatori, armati di mitra, presero in ostaggio il titolare e un cliente che era presente in quel momento, legandoli e immobilizzandoli, per poi impossessarsi di gioielli e altri preziosi scappare tramite lo stesso tunnel. A liberare i due ostaggi ci pensarono il figlio del titolare e alcuni passanti.
Lauto l’importo del “bottino”. E a proposito del danno subìto, Marotta, per sfatare qualsiasi dubbio, anche “maligno”, ci tenne a precisare di essere “totalmente sprovvisto di assicurazione, quindi abbiate la decenza e il rispetto di dire cosa sensate”. Ma il gioielliere non risparmiò critiche facendo indirettamente riferimento a quanto accaduto qualche settimana prima quando lo stesso Marotta aveva dato l’allarme dopo aver notato il tentativo di scavare un foro per accedere al negozio, riuscendo così a sventare l’azione dei malviventi che, però, ci riprovarono quel 20 luglio, in quel caso con successo. “Ahimè – scriveva Marotta sui social – nonostante le denunce fatte circa un mese fa, mi sono sentito totalmente abbandonato e trascurato da carabinieri e Vigili del fuoco, ho notato molta leggerezza e per noi cittadini questa è una cosa gravissima”.