Mondragone (Caserta) – Aggredita, minacciata ed insultata mentre svolgeva un sopralluogo, con tanto di diretta facebook, per verificare le condizioni di sicurezza sul lavoro e raccogliere notizie riguardanti alcune segnalazioni sulle vertenze di lavoro degli ex dipendenti licenziati da un’azienda situata a Mondragone. – continua sotto –
È quanto accaduto ai danni della cronista Maria Assunta Cavallo, intorno alle 13 del 24 dicembre nel centro della città domitia. In base a quanto denunciato ai carabinieri, la giornalista è stata bloccata, ingiuriata e presa a calci e a pugni mentre stava effettuando una diretta social, strumento da lei utilizzato per avere un minimo di tutela personale per i servizi di denuncia che effettua sul territorio. In base all’esposto presentato in caserma, a Cavallo sarebbe prima stato sottratto il cellulare per evitare la diretta, mentre il personale dell’azienda si dileguava, per poi passare alle vie di fatto. Nel contempo, grazie ad un secondo cellulare di cui era dotata la cronista, sarebbe stato registrato in diretta il continuo riferimento all’aggressione subita in precedenza: «Vuoi abbuscare un’altra volta» e in un passaggio della ripresa è stato documentato, pure, il secondo attacco violento messo in atto da una donna con tanto di urla della vittima.
Il comune di Mondragone, come è stato evidenziato da un articolo del Corriere della Sera, è risultato essere il territorio con il più basso reddito pro-capite d’Italia: 6.558 euro a testa, in base alle dichiarazioni del 2016. 1/5 delle dichiarazioni Isee è risultato pari a 0. Il 47% della popolazione adulta, compresi gli studenti, è iscritto al Centro per l’impiego e a quanto pare solo una persona su due lavora con un contratto regolare. In questa babilonia del precariato (spesso accettato anche dai dipendenti per essere assunti) e delle condizioni di lavoro che ledono la dignità umana, ecco che quanto accaduto a Cavallo è solo l’effetto più nauseabondo e nefasto di un bubbone sociale, di un cancro culturale che sta distruggendo la speranza di tante famiglie e di molti giovani mondragonesi, i quali fanno i conti con imprenditori con il Suv ma che non sempre rispettano il lavoro subordinato.
Ora sarà l’autorità giudiziaria ad approfondire i risvolti di questa incresciosa vicenda e per quanto riguarda il mondo dell’informazione locale forse è arrivato il momento non solo di esprimere solidarietà alla collega ma di attivare i dovuti canali per la difesa e la tutela dei giornalisti da parte dell’Ordine regionale nei contesti difficili della provincia di Caserta.