Carinaro (Caserta) – Un’occasione per riflettere sul tema della violenza sulle donne, prendendo spunto dalla drammatica vicenda di Arianna Flagiello, la 32enne che il 19 agosto 2015 si lanciò dal suo appartamento del quartiere Vomero di Napoli. Un suicidio che, come svelarono le indagini, arrivò al culmine di una lunga storia di maltrattamenti da parte del compagno, condannato a 19 anni in via definitiva. – continua sotto –
Istituzioni, esperti ed esponenti del mondo della magistratura, dell’avvocatura e delle forze dell’ordine si sono riuniti nella sala consiliare di Carinaro per la presentazione del libro “Azzurra”, scritto da Valentina Flagiello, sorella di Arianna. Un volume nato quasi a scopo terapeutico, da parte dell’autrice, tracciando una serie di meccanismi perversi in cui le donne vittime di violenza involontariamente cadono. “La mia speranza – auspica Flagiello – è che qualcuno si riconosca o riconosca la madre, la sorella, l’amica, comprendendo che si può uscire da queste situazioni, ovviamente non da sole, c’è bisogno di aiuto”.
L’evento è stato promosso dall’amministrazione comunale di Carinaro guidata dal sindaco Nicola Affinito, su interessamento dell’assessora alle Pari Opportunità, Eufemia Barbato, in collaborazione con l’istituto comprensivo di Carinaro rappresentato dal dirigente scolastico Ernesto Natale e da un gruppo di docenti e alunni che hanno letto alcuni brani sulla tematica.
A spingere e motivare Valentina Flagiello a pubblicare il libro, fino a poco tempo fa chiuso nel cassetto, è stata Apollonia Reale, pedagogista clinico, mediatrice familiare ed esperta di violenza di genere, che ha sottolineato come oggi, più che mai, sia necessario un approccio multidisciplinare per condividere le singole competenze professionali, dalla parte psicologica a quella legale, per affrontare un fenomeno che quasi tutti i giorni balza alle cronache nazionali. – continua sotto –
Tra i relatori Vincenzo Saladino, giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Nord; il dottor Antonio Sepe, primo dirigente del Commissariato di Polizia di Stato di Aversa; il giudice Roberto Vescia, già presidente della IV Sezione della Corte d’Assise di Napoli; e Roberto Imperatore, avvocato penalista e componente dell’Osservatorio sull’Errore Giudiziario dell’Unione delle Camere Penali Italiane, il quale ha sottolineato che quella sul caso di Arianna “è una delle prime sentenze divenute irrevocabili in cui si dà particolare attenzione ai maltrattamenti psicologici come elemento che eziologicamente viene collegato ad un evento morte. Dunque, un’applicazione pratica della violenza di genere come violenza soprattutto di tipo psicologico”.
Momento particolarmente toccante, che ha emozionato il pubblico in sala, è stata la poesia declamata da Raffaele Vitale, allievo del Liceo Cirillo di Aversa. IN ALTO IL VIDEO