Individuate giovedì, nella zona di via Celario, le salme di tre degli ultimi quattro dispersi della frana di Casamicciola. – continua sotto –
In mattinata sono stati rinvenuti i corpi di Gianluca Monti, 37 anni, papà dei tre bambini morti sotto il fango e già estratti dalle macerie, e di Salvatore Impagliazzo, che dopodomani avrebbe compiuto 32 anni, compagno di Eleonora Sirabella la prima vittima accertata della frana. Nel pomeriggio ritrovato il corpo di Valentina Castagna, la madre 37enne dei tre fratellini di 15, di 11 e 6 anni, le cui salme sono state già recuperate. Sale così a dieci il bilancio ufficiale delle vittime. Resta ancora un disperso: la 31enne Mariateresa Arcamone.
Impagliazzo è stato trovato in via Santa Barbara, in una casa abbandonata dopo il terremoto del 2017, molto distante da quella in cui viveva con Eleonora. I soccorritori lo hanno rintracciato per una intuizione, a ben 300 metri dal luogo in cui si pensava potesse essere, scaraventato verso valle dalla furia del fiume di fango, massi e detriti che partita dalla sommità dell’Epomeo si è ingrossato strada facendo ed ha travolto tutto quello che incontrato sul suo cammino, cancellando di fatto la casa in cui Salvatore ed Eleonora vivevano in questi mesi. Anche l’altro disperso non era dove si pensava fosse: Gianluca Monti, il tassista penultimo componente della famiglia di cinque persone cancellata dalla frana, è stato individuato in un’area che si ritiene sia il giardino della sua casa ma che il fango ha resto impossibile da mappare con certezza.
“Quanto è drammaticamente accaduto ci obbliga moralmente e politicamente ad approfondire con urgenza non soltanto il tema delle cause che hanno prodotto questo ennesimo evento calamitoso, ma anche quello delle molteplici questioni connesse alle migliori individuazioni di un sistema normativo e amministrativo realmente integrato ed efficiente sul piano della prevenzione dei rischi”. Così il ministro della Protezione Civile e per le Politiche del mare, Musumeci: “Lo strumento di previsione che dice qual è il territorio piu’ vulnerabile e quale tipo di rischio potrebbe determinarsi, si chiama Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico. Il Piano è stato avviato nel 2016 presso il ministero dell’Ambiente, presentato informalmente nel 2018, ma da allora la Commissione per l’autorizzazione ambientale non ha dato il proprio parere definitivo. Il paradosso è che quando il piano sarà varato di fatto sarà già superato”. IN ALTO IL VIDEO