Esenzioni ticket, la Commissione Tributaria dà ragione a Federconsumatori Campania: “Non chiamateli più furbetti”

di Redazione

La commissione Tributaria di Napoli ha accolto nelle scorse ore il ricorso presentato da Federconsumatori Campania in materia di “esenzioni ticket” per una famiglia in gravi difficoltà economiche. – continua sotto –

Ripercorriamo i fatti: in questi mesi diversi cittadini si sono visti recapitare a casa cartelle esattoriali per il recupero di crediti vantati dall’Asl Napoli 1 Centro per presunte irregolarità in autocertificazione datate anche 2012, quindi di oltre un decennio fa.

Con la sentenza della Commissione Tributaria di queste ore, nel caso di due cartelle impugnate nello stesso ricorso, la stessa dà ragione ai cittadini che hanno fatto ricorso, riconoscendo che l’Azienda Sanitaria deve documentare di aver posto in essere una regolare procedura di contestazione prima di recapitare le cartelle. Sancita la questione di metodo e quindi la non liceità del modus operandi dell’Asl, di fatto secondo i legali di Federconsumatori Campania che hanno assistito i ricorrenti “viene a cascata a cadere tutto il sistema posto in essere per questo tentativo di riscossione coatta”.

“Le azioni di recupero in materia di esenzioni ticket e compartecipazione alla spesa sanitaria – fanno sapere da Federconsumatori commentando la vittoria di queste ore – devono essere precedute da formale contestazione ai sensi della speciale normativa che regola la materia, mettendo dunque i cittadini nelle condizioni di poter comprendere preventivamente quanto oggetto di contestazione e difendersi. In mancanza, le cartelle di pagamento vanno annullate”. – continua sotto –

“Adesso – spiega Giovanni Berritto, presidente regionale campano di Federconsumatori – è fondamentale che l’Asl Napoli 1 proceda immediatamente allo sblocco della procedura di autocertificazione 2022, messa clamorosamente in disparte a causa di quelle che erano solo presunte violazioni attualmente decadute. Riteniamo altresì gravissimo che sia proprio l’Azienda sanitaria con questo atteggiamento che oggi anche la Commissione Tributaria boccia clamorosamente a mettere in discussione il diritto alla salute dei cittadini, anche quelli meno abbienti, seguendo logiche economiche che per la logica di una pubblica amministrazione fanno sinceramente rabbrividire. E non chiamateli più furbetti”.

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