Aversa (Caserta) – Un progetto per la realizzazione di una cittadella della salute in una parte dell’immenso patrimonio immobiliare, in buona parte in disuso, che fu l’ospedale psichiatrico Santa Maria Maddalena, nei fabbricati denominati «Padiglione Puca» e «Padiglione Verga». A realizzarlo l’Asl Caserta, proprietaria dell’immobile, con l’apporto urbanistico del Comune di Aversa. – continua sotto –
«L’obiettivo è quello di recuperare i due edifici e relative aree esterne di pertinenza, riconvertendoli nell’insieme in un moderno Polo Sanitario per attività rivolte a soggetti affetti da disturbi della personalità e da dipendenze, andando a creare una sorta di cittadella della salute, con laboratori di riabilitazione per il reinserimento nel tessuto sociale e produttivo» si legge nel progetto.
Il tutto parte dal cambio di denominazione dei Servizi in materia di dipendenze da Servizi per le Tossicodipendenze a Servizi per le Dipendenze, appunto. Un cambiamento, non solo terminologico, che costituisce una presa d’atto della complessità del fenomeno, non più legato esclusivamente all’uso della sostanza stupefacente, prevalentemente eroina, ma anche da altri comportamenti che inducono dipendenza senza uso di sostanze (gioco d’azzardo, internet, shopping compulsivo, e così via).
Il complesso monumentale e sanitario della Maddalena, all’interno del quale sono collocati gli edifici e l’area scoperta di pertinenza in progetto, è ubicato a ridosso del nucleo storico della città e confina anche con i comuni di Trentola Ducenta e Lusciano. Si compone di vari padiglioni che versano oggi in cattivo stato di conservazione, non essendo utilizzato da quando sono stati chiusi i manicomi a seguito della legge Basaglia. All’epoca, si era anche ipotizzato di realizzare lì il policlinico di Caserta che attende la luce da decenni. Poi un colpevole oblio. – continua sotto –
L’ex manicomio si sviluppa su un’area complessiva di 170mila metri quadrati di cui 70mila edificati. Gli edifici all’interno dell’area fanno parte di un complesso di interesse storico-artistico e sono, quindi, sotto regime di tutela della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio. L’intervento di messa a norma e adeguamento funzionale del complesso è stato diviso in più lotti d’intervento, considerando le disponibilità economiche previste dal Programma di Edilizia Sanitaria. Il primo lotto di lavori comprende i Padiglioni Puca e Verga e la sistemazione delle aree esterne per una superficie complessiva di circa 15mila metri quadrati.
Una curiosità riguarda l’attività di massimo riciclo «attraverso il riutilizzo del materiale storico su cui si interviene, che garantisce estrema compatibilità con la materia storica, un notevole risparmio in termini di risorse naturali – tempo e materia prima – e risorse energetiche, contraendo drasticamente anche i trasporti dei materiali di risulta o approvvigionamento e riducendo considerevolmente l’impatto delle lavorazioni nell’ambiente e nel particolare contesto urbano d’intervento».
Alla fine, come recita il progetto esecutivo, ci sarà una «Cittadella dei Servizi incentrata sull’assistenza e cura delle patologie legate alla salute mentale, purtroppo sempre più diffuse in conseguenza di dipendenze di varia natura, spesso causate da problematiche socio – economiche e relazionali, attraverso terapie di riabilitazione, formazione ed avviamento verso attività lavorative, essenzialmente a carattere artigianale, che consentano il reinserimento dei soggetti non solo nella società, ma soprattutto nel mondo del lavoro». – continua sotto –
Oltre agli ambulatori medici e per le attività riabilitative, previsti gli spazi comuni della cucina / dispensa, sala da pranzo, sala relax e/o tv ed alcuni locali per attività riabilitative di gruppo oltre a una decina di posti letto divisi per sesso. Un’attenzione particolare anche per il patrimonio arboreo che sarà conservato o ripristinato dove mancante.