Carinaro e Copparo celebrano l’eroico brigadiere Armando Sepe nel 50ennale della tragica dipartita

di Antonio Taglialatela

Un appuntamento che celebra una storia poco conosciuta, in particolare dalle nuove generazioni, ma che merita di essere ricordata perché esempio di non comune altruismo, senso del dovere, coraggio e sacrificio. E’ quella del brigadiere dei Carabinieri Armando Sepe, di Carinaro (Caserta), morto il 17 gennaio 1973, a Copparo, in provincia di Ferrara. – continua sotto –

Anche quest’anno, nel 50ennale dell’eroica dipartita del militare dell’Arma, le due comunità hanno promosso delle celebrazioni in concomitanza. A Carinaro, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Nicola Affinito, con l’assessorato alla Cultura e Istruzione, retto da Eufemia Barbato, in collaborazione con l’istituto comprensivo statale diretto da Ernesto Natale, ha tenuto una cerimonia nell’aula consiliare. E’ stata anche l’occasione per chiarire che il grado di Sepe, come specificato in Gazzetta Ufficiale, fosse quello di brigadiere (e non vice brigadiere). Presenti in sala i familiari del carabiniere, mentre il figlio, Giuseppe, era collegato in streaming. Dopo i saluti del sindaco Affinito e dell’assessore Barbato, si sono susseguiti gli interventi del capitano Lucio Pellegrino, comandante della Compagnia Carabinieri di Marcianise, del luogotenente Giuseppe Oliva, comandante della Stazione Carabinieri di Gricignano e, in videocollegamento, di Giuseppe Sepe, del sindaco di Copparo, Fabrizio Pagnoni, e del comandante della Compagnia Carabinieri di Copparo, maggiore Manuel Scacchi.

Emozionante il ricordo da parte di Giuseppe Barbato, già vicesindaco e assessore della Giunta del sindaco Mario Masi che, nel 2013, in occasione del 40esimo anniversario della dipartita, si fece promotore della prima cerimonia congiunta, nella sala consiliare, grazie ad un collegamento video, tra i comuni di Carinaro e Copparo. Nel marzo di quell’anno fu anche collocata una targa su un ceppo marmoreo all’interno della villa comunale “Armando Sepe”, alla presenza dei familiari, dell’amministrazione cittadina e del Consiglio Comunale dei Ragazzi.

Non è mancato il contributo degli allievi della scuola secondaria di primo grado, intervenuti con una delegazione guidata dal preside Natale e dalla professoressa Barbara Greco, referente per la Legalità, insieme alle docenti Gemma Pirolli, Tiziana Andreozzi e Anna Della Volpe. “Noi giovani vogliamo conoscere la storia di valorosi uomini che, come Sepe, sono esempio di grande coraggio e altruismo”: è uno dei passaggi di un documento letto dall’allieva Francesca Sepe della Seconda B. – continua sotto –

CELEBRAZIONI A COPPARO – Durante la stessa mattinata del 17 gennaio, a Copparo, è stata officiata una santa messa nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo da don Stefano Bortolato. Presenti il viceprefetto di Ferrara, Maria Claudia Ricciardi, il vice comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna, colonnello Fabio Coppolino, il comandante provinciale Carabinieri di Ferrara, colonnello Alessandro Di Stefano, il comandante della Compagnia Carabinieri di Copparo, maggiore Manuel Scacchi, la vice presidente della Provincia, Laura Perelli, e i rappresentanti dei Comuni del comprensorio, assieme al sindaco Pagnoni e al presidente del Consiglio comunale, Alessandro Amà. Presenti anche esponenti dell’Associazione Nazionale Carabinieri (Anc) in congedo e dell’Associazione Nazionale Assistenza agli Orfani dell’Arma dei Carabinieri, nonché gli studenti dell’Istituto comprensivo di Copparo, accompagnati dal dirigente scolastico Domenico Marcello Urbinati, i quali hanno anche letto alcune loro riflessioni sul tragico evento. La giornata è proseguita con la deposizione della corona alla Fontana Monumentale e con il videocollegamento con il Comune di Carinaro.

LA STORIA – Era il 17 gennaio 1973. A Copparo, in provincia di Ferrara, prestava servizio già da qualche anno il brigadiere dei Carabinieri Armando Sepe, di Carinaro. Quel giorno la città dell’Emilia Romagna rimase sconvolta da un atroce delitto: un uomo del posto assassinò il figlio e cercò di uccidere la moglie, per poi darsi alla fuga. Ma prima di scappare dalla villetta dove si era consumato il delitto, aprì le valvole del gas che si diffuse in tutta l’abitazione. Una volta giunto sul luogo, Sepe fece allontanare a distanza di sicurezza tutto il personale operativo e le altre persone presenti e si avvicinò da solo alla casa, nel timore che l’assassino potesse ancora trovarsi all’interno e fosse pronto a reagire con le armi al tentativo di arresto. Suonò al campanello e il contatto elettrico scatenò l’esplosione del gas, che aveva ormai saturato l’edificio: la detonazione fu violentissima e fatale per il brigadiere, che rimase sepolto dalle macerie. I frammenti scagliati dall’esplosione ferirono altre persone, che riferirono di essersi salvate proprio grazie a quell’azione preventiva di Sepe, che per limitare i rischi si era assunto la responsabilità di avvicinarsi da solo al luogo del delitto. Il giorno successivo Copparo e Carinaro proclamarono il lutto cittadino.

I FUNERALI – Nel giorno dei funerali a Carinaro confluirono nel piccolo centro dell’agro aversano centinaia di carabinieri, autorità militari e civili. Il rito fu celebrato dagli allora vescovo di Aversa, Antonio Cece, e parroco di Carinaro, don Gennaro Morra, insieme ad altri sacerdoti del circondario. Il corteo funebre, con in testa l’allora sindaco Mario Masi, ebbe inizio dalla Cappella di Maria SS. di Montevergine e si snodò per le strade principali, passando per la casa natale del vicebrigadiere. Centinaia e centinaia di persone parteciparono assieme a tutte le espressioni parrocchiali, quali le Congreghe del Purgatorio, del SS. Rosario e quella di Gesù Cristo, insieme a uomini e donne di Azione Cattolica. Il carabiniere è seppellito in un monumento funerario nel cimitero comunale carinarese. – continua sotto –

MEDAGLIA D’ARGENTO – Il sottoufficiale fu insignito il 29 maggio 1973 della Medaglia d’Argento al Valor Civile alla memoria, con la seguente motivazione: “Consapevole di dover affrontare un pericoloso criminale, che si era rifugiato nella propria abitazione, dopo aver ucciso un proprio congiunto ed averne feriti altri due, con esemplare coraggio e generoso altruismo, faceva arrestare a prudente distanza il dipendente che lo accompagnava proseguendo da solo. Nell’azionare il campanello elettrico della porta, provocava l’esplosione del gas, di cui il folle aveva saturato l’immobile, venendo travolto dalle macerie. Esempio altissimo di attaccamento al dovere e di assoluto sprezzo del pericolo. Il 17 gennaio 1973 in Copparo (Ferrara)”.

INTITOLAZIONI – Ad Armando Sepe, negli anni, sono state dedicate due strade a Copparo e a Carinaro. Nel suo paese natio gli è stata intitolata anche la villa comunale. Due comunità che si sono sempre unite nelle celebrazioni periodiche in ricordo del carabiniere, citato in numerose occasioni anche dall’associazione di volontariato “Vittime del Dovere” che ha intitolato a suo nome la sezione di Finale Emilia. SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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