Il cadavere ritrovato il 18 novembre scorso a Novellara (Reggio Emilia) è di Saman Abbas. “È stata identificata da un’anomalia dentaria, grazie a foto e video”, riferisce l’avvocato Barbara Iannucelli, che assiste l’associazione “Penelope” ed è parte civile nel processo che a febbraio inizierà a carico di cinque familiari della giovane pachistana, scomparsa la notte del 30 aprile 2021. – continua sotto –
“L’osso ioide è fratturato nella parte sinistra e sono necessari accertamenti istologici per stabilire se pre o post mortem”, continua l’avvocato. La frattura dell’osso, nella parte anteriore del collo, avvalorerebbe l’ipotesi di strangolamento, come aveva detto anche il fratellino durante l’incidente probatorio. Il corpo, quasi integro e con ancora i vestiti, era stato esumato il 27 novembre 2022.
A indicare il luogo dell’occultamento era stato Danish Hasnain, lo zio della ragazza, ritenuto dagli investigatori l’esecutore materiale del delitto compiuto perché Saman si era opposta a un matrimonio combinato in patria. Assieme a lui sono imputati anche i cugini di Saman, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, questi tre tutti in carcere a Reggio Emilia, oltre ai genitori Shabbar Abbas – arrestato in Pakistan e in attesa dell’udienza sull’eventuale estradizione – e Nazia Shaheen, quest’ultima ancora latitante.
Sono tutti e cinque imputati per omicidio premeditato, sequestro di persona e soppressione di cadavere, dopo essere stati rinviati a giudizio dal tribunale di Reggio Emilia che li attende il 10 febbraio, quando comincerà il processo in dibattimento.