I finanzieri del comando provinciale di Lucca hanno dato esecuzione a una misura cautelare personale della sospensione dell’esercizio del pubblico ufficio di curatore, commissario giudiziale e commissario liquidatore in qualsiasi procedura di fallimento e concordato preventivo e liquidazione coatta amministrativa, nei confronti di un dottore commercialista con sede operativa nel capoluogo. – continua sotto –
Il provvedimento restrittivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lucca, che ha accolto le richieste formulate dal pubblico ministero titolare delle indagini, trae origine da una denuncia sporta alla magistratura e dalle successive meticolose indagini svolte dagli specialisti del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Lucca, in ordine a fatti riconducibili alla gestione del fallimento da parte di un curatore di una nota S.p.a. di Altopascio, che, nei tempi di maggior splendore, fatturava oltre trenta milioni di euro, dando lavoro a trecento persone.
In particolare, le attività si sdoppiano in due fasi: in un primo momento, veniva riscontrata la denuncia sporta dal nuovo curatore fallimentare della citata s.p.a., che prendeva il posto del professionista rimosso dal Tribunale di Lucca per non aver, tra l’altro, rendicontata la gestione dell’esercizio provvisorio. In merito, i finanziari hanno appurato che, nell’arco temporale di tre anni, l’ex curatore fallimentare, con oltre 70 operazioni, si è appropriato indebitamente, a titolo di acconto compensi e fondo spese, di quasi 1,2 milioni di euro, configurandosi, così, il reato di peculato commesso nella sua qualità di pubblico ufficiale nella veste di curatore.
Il quadro emerso, su richiesta del pubblico ministero, induceva il gip ad emettere un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni nella disponibilità del professionista indagato fino alla somma, precisamente, di 1 milione e 176mila euro, pari al profitto del reato. Nel corso dell’esecuzione della citata misura, le fiamme gialle accertavano, però, che l’indagato si era spogliato di tutti i beni a lui riconducibili, attraverso opere di dissimulazione, di cui veniva dato ampiamente conto all’autorità giudiziaria procedente. Le indagini, infatti, hanno appurato che, prima dell’emissione del provvedimento di sequestro, l’ex curatore trasferiva risorse finanziarie e partecipazioni societarie alla moglie e al figlio. – continua sotto –
Alla luce degli ulteriori elementi raccolti, sempre su richiesta del pubblico ministero, il gip ha ora emesso una misura cautelare personale della sospensione dell’esercizio del pubblico ufficio di curatore, commissario giudiziale e commissario liquidatore in qualsiasi procedura di fallimento e concordato preventivo e liquidazione coatta amministrativa, eseguita in questi giorni dagli operanti del Nucleo.
Nel provvedimento cautelare il giudice dà atto che le investigazioni svolte hanno fatto emergere come il professionista, non appena avuta notizia di essere stato indagato per il delitto di peculato, si è spogliato della titolarità di alcuni beni, come pure ha provveduto ad intestare a terzi beni immobili, non risultando al momento del sequestro titolare di alcun bene immobile e mobile, e residuando sui suoi conti correnti irrisorie somme di denaro (pur avendo transitato sugli stessi svariati milioni di euro di compensi per l’ordinaria attività professionale). IN ALTO IL VIDEO