Violenze e abusi sessuali su pazienti psichiatrici: 15 arresti a Foggia

di Redazione

Maltrattamenti e violenze, anche sessuali, ai danni di chi era incapace o impossibilitato a difendersi perché in condizioni di inferiorità fisica o psichica. È accaduto a Foggia, dove i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza a carico di 30 persone. Si tratta di infermieri, operatori socio sanitari, educatori professionali e ausiliari. Tutti sono accusati, a vario titolo, di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, violenza sessuale e favoreggiamento personale. – continua sotto –  

Le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale e dai militari del Nas, nell’ambito dell’operazione denominata “New life” coordinata dalla procura foggiana, sono iniziate la scorsa estate. Dagli accertamenti è emerso che nel centro “Don Uva”, struttura socio sanitaria e riabilitativa della città, 25 pazienti con problematiche psichiatriche avrebbero subito aggressioni e violenze. I militari hanno perquisito le abitazioni dei 30 indagati oltre agli uffici e ad altri locali della struttura sanitaria.

Delle 30 persone indagate nell’ambito dell’operazione “New life”, 7 sono finite in carcere e 8 gli arresti domiciliari. Altre 13 sono state raggiunte da divieto di dimora e contestuale divieto di avvicinamento alle vittime, mentre due soggetti sono stati sottoposti a divieto di dimora. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, due episodi di violenza sessuale, 19 casi di maltrattamenti, 13 sequestri di persona e un episodio di favoreggiamento personale riferito al tentativo di alcuni di cercare microspie e telecamere installate nella clinica. Quasi tutti i reati sono aggravati anche dall’essere stati compiuti ai danni di persone (25 in tutto, di cui 6 uomini e 19 donne) gravemente disabili, dall’aver agito con crudeltà e approfittando dello stato di minorata difesa delle vittime.

Gip: “Quadro inquientante” – I materiali audio-video analizzati “restituivano un quadro storico-fattuale a tinte fosche, inquietante, denso di degradazione e accompagnato da un disprezzo per la dignità dei pazienti ricoverati”. È un passaggio dell’ordinanza firmata dalla giudice per le indagini preliminari del tribunale di Foggia, Marialuisa Bencivenga, che definisce “agghiacciante” gli abusi subiti dai pazienti della struttura socio-sanitaria riabilitativa. – continua sotto –

Pazienti rinchiusi, legati, percossi e insultati – Secondo quanto emerso, gli indagati avrebbero rinchiuso i pazienti nelle stanze, legandoli a letti e sedie con delle lenzuola. Le vittime – tutte affette “da gravissime forme di incapacità psichica e particolarmente vulnerabili”, si legge nell’ordinanza – sarebbero state umiliate, picchiate, minacciate e offese. Dalle intercettazioni ambientali sono emerse “con indubitabile chiarezza – evidenzia la Gip – una molteplicità di angherie, vessazioni, sopraffazioni fisiche e psichiche, le quali consentivano di rilevare la commissione di maltrattamenti”. Si tratta di “reiterati e continui episodi di percosse, minacce, ingiurie, sequestri di persona, molestie sessuali” che avvenivano sulle degenti “quasi con cadenza quotidiana”, determinando “significative sofferenze fisiche e morali”. Le vittime venivano “afferrate per il corpo o scosse per i capelli” e poi trascinate per i corridoi, apostrofate “con un linguaggio truce e offensivo diretto a umiliare e deprimere le persone ricoverate nel reparto, anche imitandone i lamenti”. Tra le “esternazioni di espressioni ingiuriose, offensive, minacciose e pregiudizievoli” appuntate dalla Gip ci sono frasi come “io ti sparo”, “vattene da qua sennò ti infilo il coltello dentro la gola” e “vuoi vedere che ti spacco la mazza in testa? Vattene da qua prima che ti uccido!”. Le umiliazioni registrate nell’ordinanza colpiscono “la dignità morale delle pazienti, mediante mancata ottemperanza alle procedure di lavaggio corporale e sostituzione degli indumenti intimi”.

Indagati sospesi – “Abbiamo provveduto alla sospensione di tutte le persone coinvolte e procederemo ai licenziamenti laddove ce ne saranno gli estremi”. Lo annuncia l’amministratore delegato di “Universo Salute”, Luca Vigilante. “Siamo in attesa dei dettagli del lavoro svolto dalla magistratura in collaborazione con la nostra amministrazione che sin dal primo giorno – spiega – ha lavorato per la tutela dei pazienti, soprattutto di quelli più fragili sul piano mentale, chiedendo a tutte le organizzazioni sindacali e a tutti i lavoratori l’autorizzazione all’installazione di telecamere anche nelle camere. Questo alla luce della delicatezza del tipo di lavoro. L’autorizzazione ci venne concessa solo in alcune zone, per giunta note a tutti i lavoratori”. “Intanto l’amministrazione aveva già operato dei licenziamenti per atti non conformi alla dignità e alle regole della comunità. Per cui – conclude l’Ad – noi continueremo ad essere cooperativi e collaborativi”.

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