Aversa (Caserta) – Arriva la richiesta di pagamento del saldo Tari, la tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, relativa all’anno 2022 e scoppia una vera e propria rivolta sui social contro questa ennesima doccia fredda in un momento di evidenti difficoltà economiche per tutti. Si tratta, in verità, di una rata che era già in programma, conseguenza dell’aumento del 30 per cento varato lo scorso anno dalla giunta variopinta guidata dal sindaco Alfonso Golia. – continua sotto –
In pratica, una famiglia di pensionati di due persone, tanto per fare un esempio, che vive in un appartamento di circa cinquanta metri quadrati si trova a pagare poco meno di 500 euro all’anno. «Sembra, dall’ammontare delle bollette, – afferma Antonio, novello 86enne – di essere in Svizzera. Ma siamo ad Aversa dove i servizi di igiene ambientale stanno toccando sempre più il fondo. Da tre anni non c’è più nemmeno l’isola ecologica per gli ingombranti e un netturbino per una spazzata in via Giambattista Vico non lo vediamo da anni».
Sui social c’è chi è contento di lasciare Aversa, come Antonella, che scrive: «Noi paghiamo anche per le attività che non pagano la Tari tipo bar pizzerie. Io con 75 metri quadrati e due persone pago 494 euro. Meno male che a fine aprile vado via da Aversa perché tutti gli abusi li paga il cittadino onesto». Per Michele «dopo aver fatto la raccolta differenziata come premio abbiamo avuto 150 euro in più da pagare. Grazie per il premio».
E, mentre il sindaco Golia promette una diretta social durante la quale darà chiarimenti, giunge la posizione dell’amministrazione grazie all’assessora alle Finanze, Francesca Sagliocco: «L’amministrazione ha approvato l’anno scorso una modifica al regolamento Tari nel quale è stato previsto di pagare la tari in 4 rate, le prime 3 in acconto sull’anno precedente e la quarta entro febbraio dell’anno successivo a saldo dell’anno precedente. La modifica si è resa necessaria per anticipare il pagamento della tassa così da non avere sfasamenti tra il pagamento della tassa e il pagamento del servizio alla società. Per quanto riguarda l’aumento rispetto all’anno precedente, per quanto ricordo, l’incremento era dovuto ad un aumento nei costi di smaltimento, la differenziata costa». – continua sotto –
A intervenire è anche la consigliera comunale del Pd-sponda opposizione Eugenia D’Angelo, che già aveva protestato lo scorso anno sulla vicenda. «Avevamo già denunciato – ha dichiarato la consigliera Dem – il mostruoso aumento Tari votato dalla maggioranza Golia nata dal ribaltone di dicembre 2020: ben un milione e duecentomila euro solo per il bilancio preventivo 2021; e altri cinquecentomila da spalmare nel 2022 e 2023. A differenza di quanto affermato dal sindaco, gli aumenti della Tari – fuori soglia – sono serviti a coprire parzialmente i buchi di bilancio determinati dal diverso calcolo del Fal, fondo anticipazioni liquidità. Addirittura, in una prima richiesta, l’assessore al Bilancio chiese un aumento di circa quattro milioni di euro che fu rifiutato. L’aumento in termini percentualisti è stato di circa il 30 per cento rispetto a quanto si pagava prima». «La scelta di diluire il saldo – conclude D’Angelo – è stata dettata dalla volontà di placare le polemiche nate dopo l’aumento. Pagare tutti per pagare meno è stato solo uno slogan per buggerare gli Aversani in mancanza di servizi adeguati ad un canone così alto. Si pensi alle isole ecologiche ancora chiuse e al degrado in cui versa la città».
Dall’opposizione critiche giungono anche da Gianluca Golia: «Il sindaco cerca di spostare l’attenzione degli aversani su temi fatui, con il suo fare ecumenico, ma oramai il re è nudo. Tutti hanno capito che l’unico interesse è quello di rimanere su quella poltrona quanto più potrà, mentre i cittadini sono costretti a subire aumenti stratosferici della Tari a fronte di un servizio mediocre».