Aversa (Caserta) – “Dare a Cesare quel che è di Cesare, dare a Dio quel che è di Dio”. Il Vangelo è chiaro. Ma non per tutti. Almeno non è lo è per l’amministrazione guidata dal sindaco Alfonso Golia. Al di là di ogni credo religioso, un’amministrazione pubblica di uno stato laico non può operare delle scelte che mirino a favorire una particolare organizzazione religiosa. – continua sotto –
Ben venga, quindi, l’allarme lanciato dalla consigliera comunale Eugenia D’Angelo che ha evidenziato un’anomalia: la Chiesa (che sia Diocesi, Caritas, Istituto per il Sostentamento del Clero, ordini monastici) quando deve dare al Comune pretende il fitto, mentre il Comune concede in comodato d’uso gratuito ventennale un patrimonio immobiliare immenso. Tra l’altro, si tratta di un rinnovo, a dimostrazione che cambiano le amministrazioni ma non le cattive abitudini, parliamo del maggio 2001, quando sulla poltrona di sindaco era seduto Gennaro Golia, papà dell’attuale primo cittadino Alfonso. Singolare coincidenza.
Eppure, la Chiesa avrebbe tante proprietà immobiliari dove poter ospitare la Caritas, a partire da una seria riorganizzazione del Seminario, che parrebbe in gran parte inutilizzato. Perché, ad esempio, non si effettua una permuta tra l’edificio di via Manconi (di proprietà della Chiesa ma fittato per un periodo al Comune) e una parte del complesso Moretti di via Sant’Agostino? Da aggiungere, tra l’altro, che le condizioni delle casse comunali non sono floride e questo particolare non fa che aggravare la scelta fatta dai “magnifici 13” della variopinta maggioranza che vuole essere a tutti i costi più che “fedele” alla Chiesa.
Senza nulla togliere alla meritoria attività della Caritas, che in questa sede non è assolutamente in discussione, i valori in gioco sono altri. I soldi pubblici non sono soldi nostri e non possiamo disporne a nostro piacimento. Ci sono dei criteri da rispettare, altrimenti entra in gioco la Corte dei Conti che ha proprio questo compito precipuo ed in questo caso un controllo, a nostro avviso, avrebbe buone, se non ottime possibilità di trasformarsi in una imputazione contabile. Non a caso, da quanto sappiamo, i magistrati contabili avrebbero già ricevuto un esposto in questo senso. Basterà aspettare. – continua sotto –
Certo è che la Caritas cittadina, ripetiamo, al di là di quelle che sono le sue attività, tutte condivisibili e che meritano la massima visibilità, è diventata una sorta di “succursale” della casa comunale. Al di là delle frequentazioni fisse di un paio di consiglieri comunali, sono forti le voci che danno il sindaco attento ascoltatore dei “consigli” che vengono da vicolo Sant’Agostino. Non a caso, le indicazioni di nominare alcuni assessori, come Luigi Di Santo o Anna Sgueglia (senza nulla togliere al loro valore), secondo molti sarebbero venute proprio da quegli ambienti. Insomma, gli aversani hanno voluto un’amministrazione di centrosinistra e si sono ritrovati un’amministrazione “teocratica”. A questo punto sarebbe stato meglio votare la Lega?
Leggi anche: Aversa, edifici concessi gratis. D’Angelo: “Scandaloso, Comune genuflesso alla Chiesa” (23.02.23)