Aversa, la Caritas Diocesana festeggia il compleanno di Don Carmine Schiavone: “Siamo una famiglia”

di Antonio Arduino

Aversa (Caserta) – Papa Francesco li chiama “i santi della porta accanto”. Sono quelli che diventano santi senza essere martirizzati, decapitati, torturati per aver professato la fede in Cristo ma semplicemente perché dimostrarono con i fatti che cosa significa essere Cristiani e avere come guida Dio. Tra le attività, chiamiamole così, preferite da nostro Signore c’è la carità, quella che dà senza chiedere nulla. – continua sotto –  

È quanto fa la Caritas diocesana che ha festeggiato, in una maniera particolarissima, il 47esimo compleanno di don Carmine Schiavone, responsabile della Caritas Diocesana che garantisce quotidianamente oltre 150 pasti a persone che altrimenti non sarebbero come nutrirsi. Ma l’assistenza assicurata dalla Caritas non si limita a nutrire il corpo ma a favorire la conoscenza dell’importanza di essere uniti, di condividere ogni cosa al di là della lingua, della razza, del colore della pelle e della religione perché di fronte al Signore tutti gli esseri viventi sono uguali.

La dimostrazione è nella gioia manifestata da coloro che si sono riuniti nella sede aversana della Caritas per festeggiare il compleanno di don Carmine, descrivendo quanto accaduto in una nota che vi proponiamo integralmente: “Si ha sempre la percezione, in Caritas, di essere parte di un Mondo meraviglioso, fatto di culture, tradizioni, modi di essere e di affrontare l’esistenza diversi tra loro. E la convivialità delle differenze emerge soprattutto in occasione di eventi come quelli condivisi oggi. Il compleanno di don Carmine, a partire dalla preghiera condivisa durante la Santa Messa, è diventato un ulteriore momento per sentirsi, ciascuno a modo suo, parte della stessa comunità. E così, pure se non ha mai fatto parte della tua storia, torna familiare la ‘zaghroutah’, suono vocale, tra il canto e l’ululato, che viene praticata dalle donne in tutto il Medio Oriente in occasione delle feste. Il canto intonato dalla comunità ucraina, per la quale hai aggiunto, da mesi, un posto a tavola e uno spazio nel cuore”.

“Nel festeggiare don Carmine abbiamo celebrato la bellezza di sentirsi parte della famiglia Caritas, come fratelli e sorelle che si riconoscono nello stesso racconto, tra le righe di una storia che è nostra, ci appartiene profondo. A don Carmine il merito di questo lavoro realizzato. È anche merito suo se tutto questo è possibile, oggi. A Dio la gratitudine perché sempre si fa presente come amore, casa, patria per molti”.

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