Aversa (Caserta) – Il caso Lisieux entra nuovamente in consiglio comunale e, così come aveva fatto l’amministrazione precedente, per evitare l’ennesimo commissario ad acta, che dovrebbe giungere il 26 febbraio, nominato dal prefetto di Napoli, la seduta di Consiglio Comunale si terrà nel fine settimana, questa volta di sabato, il prossimo 25 febbraio. – continua sotto –
Una seduta che si prospetta infuocata perché, da un lato, si parla senza mezzi termini di “vendetta”, e non solo politica, dall’altro si afferma di voler applicare il dettato della sentenza del Consiglio di Stato. Quello che è certo è che, ancora una volta, a perdere sono Aversa e gli aversani, perché in materia urbanistica, oramai, si decide solo attraverso le sentenze dei tribunali, penali o amministrativi che siano. Segno non di incapacità, ma di non volontà della classe politica di decidere se non sotto la pressione delle decisioni giudiziaria.
La storia è oramai vecchia. La Lisieux, una società che vede tra i soci anche familiari dell’ex parlamentare e oggi consigliere comunale di opposizione Paolo Santulli (nella foto), ha chiesto di poter realizzare una residenza per anziani in località Cappuccini, una zona classificata G. La risposta non arriva e la società si rivolge alla giustizia amministrativa che impone al Comune di Aversa di rispondere e nomina un commissario ad acta.
Per evitare l’insediamento del commissario, l’allora amministrazione De Cristofaro convoca una seduta di Consiglio di domenica e classifica tutte le zone G a verde pubblico. Parte l’ennesimo ricorso, l’appello e poi anche il giudizio di ottemperanza. La Lisieux chiede che il dirigente si pronunci concedendo il permesso a costruire, il Comune ritiene che il Consiglio di Stato ha confermato la scelta di destinare a verde il suolo che è della Lisieux. Ed ecco che, in risposta alla sentenza del giudizio di ottemperanza, la successiva amministrazione Golia porta la vicenda nuovamente in Consiglio comunale, ma solo per ribadire la scelta della destinazione a verde pubblico. – continua sotto –
Una decisione, occorre dirlo, al di là di ogni considerazione tecnico-giuridica, che si pone in contrasto con il riconoscimento ad un altro proprietario di realizzare un edifico scolastico privato e a una chiesa evangelica di costruire un edificio destinato al culto. Il tutto nella stessa zona.
«Se Santulli avesse voluto usare certi privilegi legati al suo ruolo, – dicono dall’opposizione – lo avrebbe fatto da tempo. Questa amministrazione cancella il Diritto con le ripicche. Parlano di “vendetta politica”, è un errore, si tratta solo di vendetta, parlare di politica significherebbe elevare il rango di questi piccoli uomini. Si tratta di incapaci supportati da tecnici incapaci. Disattendere l’applicazione di una sentenza di ottemperanza, ostacolandola, è uno scandalo. Ora basta».
Dalla Lisieux non arrivano dichiarazioni, anche se vi è la volontà espressa di portare l’intera vicenda all’esame della Procura di Napoli Nord con l’avvocato penalista Smarrazzo, di concerto con l’amministrativista Fabrizio Perla che ha seguito il caso davanti al Tar e al Consiglio di Stato.