Aversa (Caserta) – Tra le cose che l’amministrazione Golia intende realizzare per rendere più agevole e meno pericoloso il traffico cittadino ci sono le piste ciclabili che dovrebbero affiancare quelle già esistenti, presenti in via Saporito, nel tratto compreso tra la parrocchia di San Giuseppe Operaio e il Parco Pozzi, e quella presente in via di Jasi, che va dall’incrocio tra l’incrocio con viale Olimpico fino all’incrocio con via Raffaello. – continua sotto –
Senza soffermarsi sulla prima che, quando fu realizzata, presentava la segnalazione prevista dal codice della strada di pista ciclo-pedonale, ed oggi è quasi completamente distrutta, poniamo l’attenzione sulla seconda pista ciclabile: all’apparenza è anch’essa ciclopedonale, affiancata da un anomalo percorso tattile destinato a non vedenti e ipovedenti, realizzata posizionando mattoni di color rosso sul marciapiede e sprovvista del tutto di segnaletica. Percorrendola in bicicletta, viene logico chiedersi chi abbia avuto l’idea di realizzarla, senza considerare che sul marciapiede affacciano passi carrabili di decine di abitazioni ed è interrotta da un numero notevole di incroci privi di segnalazioni che avvertano la possibilità del transito di biciclette, cosicché il povero ciclista potrebbe essere travolto da autovetture.
Un rischio che correrebbe anche se si decidesse comunque di percorrerla tutta, perché all’altezza dell’ex cineteatro Metropolitan sarebbe obbligo attraversare la strada per raggiungere il pezzo di pista mancante per raggiungere l’incrocio con via Raffaello. Un pericolo per ciclisti e automobilisti visto che i veicoli potrebbero travolgere involontariamente chi attraversa la strada che in quel punto presenta anche un percorso tattile. Senza dimenticare che le norme del Codice della strada prevedono l’uso delle piste ciclabili anche per coloro che si servono di sedie a rotelle, sia a mano che a motore, e a carrozzine e passeggini per bambini.
La speranza è che non solo si provveda a realizzare nuove piste ciclabili rispettando i canoni normativi, ma che si adeguino quelle già presenti affinché si possa garantire davvero la sicurezza degli utenti. Insomma, che siano fatti eseguire lavori utili non solo a spendere il denaro ottenuto da appositi finanziamenti per poi lasciare delle opere incompiute come il sistema del bike sharing.