Teverola (Caserta) – “Ho ritirato la notifica di proroga di indagini, per il resto non sono a conoscenza dei fatti specifici che mi vengono contestati”. Così Biagio Lusini, ex sindaco di Teverola, commenta “a caldo” la notizia sull’inchiesta della riguardante la presunta corruzione sulle opere riguardanti la famosa “lottizzazione Schiavone”, la società Agribio e la riqualificazione di via Roma che ha visto i carabinieri recarsi nella casa comunale per acquisire le relative documentazioni. – continua sotto –
Da quel poco che si apprende, risulterebbero indagati, insieme a Lusini, l’attuale sindaco Tommaso Barbato, i consiglieri Pasquale De Floris e Pasquale Buonpane, l’architetto Davide Vargas, ex dirigente dell’area Urbanistica, gli imprenditori Angelo Morra, Carlo Verde, di Parete, titolare della ditta concessionaria dei lavori di via Roma prima che fosse raggiunta da interdittiva antimafia, ed Emilio Chianese, di Trentola Ducenta, della società “Agribio”, suocero del sindaco di Aversa Alfonso Golia, quest’ultimo completamente estraneo ai fatti.
Quella dei terreni della “lottizzazione Schiavone”, situati al confine tra Teverola e Carinaro, è una vicenda che va avanti sin dalle elezioni amministrative del 2019, tant’è che, pochi mesi dopo la vittoria della coalizione di Barbato, i carabinieri fecero visita all’ufficio tecnico comunale per acquisire documentazioni e copie di permessi a costruire.
Intanto, sembra inevitabile che la notizia dell’inchiesta, oramai diventata “ufficiale”, possa creare qualche preoccupazione nella risicata maggioranza su cui può contare Barbato che, dopo la presa di distanze di ben quattro consiglieri (Alfonso Fattore, Pasquale Buonpane, quest’ultimo tra gli indagati, Giuseppina Caputo, e Amelia Martino, che hanno dato vita al gruppo “Teverola Sostenibile”), finora è riuscito a reggere grazie al sostegno dei due consiglieri, Sara Pellegrino e Pasquale De Floris (tra gli indagati), legati politicamente a Lusini poiché candidati nella sua lista “Teverola Città” ed entrati in consiglio dopo le dimissioni, rassegnate nel dicembre 2021, proprio dall’ex sindaco e dal primo eletto Rino Sasso.