Camorra, demolita la villa-bunker del boss Zagaria a Casapesenna

di Redazione

Casapesenna (Caserta) – “Una giornata epocale perché Casapesenna non più il ‘paese di Zagaria’ ma del popolo di Casapesenna. Dopo tante pagine nere scritte in questo territorio festeggiamo finalmente una pagina bellissima di legalità e di sinergia con lo Stato”. Così il sindaco di Casapesenna, Marcello De Rosa, che ha presenziato all’abbattimento della villa-bunker di vico Mascagni che ospitò il boss Michele Zagaria, dove fu catturato il 7 dicembre 2011 dopo una latitanza di 15 anni. Acquisita a patrimonio comunale, la villa diverrà un parco pubblico. – continua sotto –

Tra i presenti alle operazioni di abbattimento, a cura dei Vigili del Fuoco, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, il capo della Polizia, Lamberto Giannini, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, l’assessore regionale al Governo del Territorio, Bruno Discepolo, l’assessore regionale alla Sicurezza, Legalità e Immigrazione, Mario Morcone, il procuratore generale della Corte d’Appello di Napoli, Luigi Riello, parlamentari della Repubblica, consiglieri regionali e numerosi sindaci del territorio.

Le fasi della demolizione – Le operazioni di demolizione, come reso noto dal comandante dei Vigili del fuoco di Caserta, Paolo Massimi, dureranno circa due settimane e saranno portate avanti con mezzi e strumenti arrivati anche da altri comandi dei caschi rossi. Si comincerà con la demolizione del piano mansardato e del pian terreno, poi sarà “tombato” il bunker, fino a che nell’area sarà realizzato il parco.

Piantedosi: “Simbolo di ricostruzione” – “La lotta alle mafie si fa anche attraverso azioni simboliche come questa, che hanno inoltre un valore pedagogico e di rappresentazione di un importante lavoro che le istituzioni fanno. Ma il simbolo sarà non solo l’abbattimento, anche la ricostruzione”, ha affermato il ministro Piantedosi, secondo cui “questa giornata è il frutto di una grande sinergia tra le istituzioni di tutti i livelli territoriali, dal sindaco al prefetto, alla Regione che ha dato una mano fondamentale ai Vigili del fuoco. La lotta alle mafie si fa anche dimostrando che le istituzioni sono assolutamente unite nel combattere i fenomeni di criminalità organizzata”. – continua sotto –

Giannini: “Lo Stato afferma la sua vittoria” – “Siamo qui perché la simbologia è molto importante per colpire la criminalità – ha detto il capo della Polizia, Giannini – ed è importante che lo Stato si faccia vedere e faccia la sua parte. Oggi è un pezzo importante di affermazione di questa vittoria dello Stato». E sul commissariato di Casal di Principe: “Ci stiamo lavorando – ha detto – non sono abituato a far promesse. Lavoriamo in maniera alacre per arrivarci al più presto”.

De Luca: “Non basta questo evento” – “È una giornata simbolo per la Campania e per l’Italia. – ha detto il presidente Vincenzo De Luca – La Regione Campania si è fatta carico delle operazioni di demolizione. Siamo davvero orgogliosi di questo. Era indispensabile finanziare questa demolizione perché il Comune non aveva le risorse per farlo. Demoliamo a spese della Regione e portiamo a discarica il materiale di risulta. Non è soltanto il fatto in sé – la demolizione del bunker – che è già importante, ma vuol dire che simbolicamente entriamo in un’altra stagione politica, in un’altra stagione di vita sociale nei nostri territori. La presenza della camorra è uno degli ostacoli allo sviluppo, dobbiamo esserne consapevoli. Avere un territorio sicuro, significa avere maggiore capacità di attrarre investimenti, maggiore possibilità di creare lavoro. Non basta l’evento di stamattina, lo sappiamo. Dobbiamo continuare nell’azione di riqualificazione del territorio, favorire la crescita dello spirito civico dei cittadini, spiegando che esistono i diritti, sacrosanti, e i doveri, altrettanto fondamentali. Dobbiamo fare uno sforzo comune, istituzioni, associazioni, forze sociali e cittadini, per una rinascita di questo territorio”.

Santillo (M5S): “Ora Governo non scompaia” – “Lo Stato vince sempre, ma ora il governo – ha commentato il deputato Agostino Santillo del M5S – non deve abbandonare questo territorio, che ha bisogno di investimenti su cultura, istruzione e soprattutto ha bisogno di lavoro. Soltanto così la battaglia degli inquirenti e delle forze di polizia avrà avuto un senso compiuto. La legalità si costruisce giorno dopo giorno. Grazie a tutte le forze di polizia, ai vigili del fuoco che stanno curando l’abbattimento dell’edificio. Per noi è una grande soddisfazione, che abbiamo voluto con un forte impegno anche durante la scorsa legislatura”. – continua sotto –

Zinzi (Lega): “Ripartiamo dai cittadini perbene” – “La partecipazione del ministro Piantedosi – riflette il deputato Gianpiero Zinzi della Lega – è un’importante testimonianza della presenza dello Stato. Oggi simbolicamente distruggiamo il passato e ripartiamo dal vero valore aggiunto di questa terra: i tanti cittadini perbene. Dove la camorra ha lasciato le macerie, lo Stato e le istituzioni lavorano insieme per ricostruire e ribadire che la legalità è un diritto ed è la base per il futuro dei nostri figli”.

Cangiano (Fdi): “Quando lo Stato vince, vinciamo tutti” – “È una giornata importante questa per la Provincia di Caserta, una giornata che ha rafforzato quel legame tra Istituzioni e territorio che fin troppo spesso o non c’è o non si avverte”, ha dichiarato Gimmi Cangiano, deputato casertano di Fratelli d’Italia. “La visita del ministro Piantedosi e del sottosegretario Wanda Ferro sta a significare quanto importanti e centrali siano queste zone nell’azione di Governo, perché rappresentano le tante vittorie dello Stato contro la camorra e la criminalità organizzata, in una guerra che non ci ha visti mai arresi. Non è un caso che il ministro ha voluto prima essere presente a Casapesenna per assistere alla demolizione del bunker dove si nascondeva il superboss Michele Zagaria e successivamente, come seconda tappa di questo piccolo tour casertano, recarsi da Gianni Allucci, che coordina Agrorinasce, una società consortile cui aderiscono tanti comuni segnati dalla camorra e che nasce proprio su un bene confiscato alla camorra stessa. E’ importantissimo – conclude il parlamentare di FdI – continuare ad investire risorse sui beni confiscati e a destinarli a quei progetti di solidarietà sociale e di valenza culturale di cui così tanto abbiamo bisogno per combattere la criminalità in ogni sua forma. Perché quando lo Stato vince, vinciamo tutti”.

La cattura del boss – Era il 7 dicembre 2011 quando gli investigatori della squadra mobile di Napoli e Caserta fecero irruzione nella villetta della famiglia di Vincenzo Inquieto (condannato poi con la moglie Rosaria Massa per favoreggiamento), in via Mascagni a Casapesenna, in provincia di Caserta. Fu lì che, dopo ore di ricerche e picconate, da parte delle forze dell’ordine, si arrese e fu catturato Michele Zagaria. Il capo dei Casalesi, poteva accedere al resto della casa attraverso una scala che collegava il bunker sotterraneo con una piccola stanza dove era stato sistemato un congegno elettrico che permetteva di spostare il pavimento consentendo l’apertura di una botola.

La pen-drive e il blackout – Alcuni “misteri” ruotano intorno alla cattura del boss, come la scomparsa della pen-drive a forma di cuore che sarebbe stata trovata nel bunker ma mai comparsa nei verbali di sequestro. Altri dubbi sul blackout di circa mezzora nel filmato girato dai poliziotti nell’intervallo tra la discesa nel bunker e quando poi si vede un agente che passa gli indumenti al boss mentre è in bagno. Per quel video un poliziotto è sotto processo. SOTTO I VIDEO E UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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