Traffico di droga con la protezione del clan: 21 arresti e 435 chili di stupefacenti sequestrati

di Redazione

Su delega della Procura di Catania, i militari del comando provinciale della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione nelle provincie di Catania, Siracusa, Trapani e Palermo a un’ordinanza cautelare nei confronti di 21 persone. – continua sotto –  

In particolare, il gip, ritenuti i gravi indizi di colpevolezza allo stato delle indagini ed ancora in assenza di contraddittorio, ha disposto: la custodia cautelare in carcere nei confronti di 21 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico organizzato di sostanze stupefacenti, aggravato dall’aver agito con metodo mafioso, detenzione e commercio di stupefacenti, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti nonché trasferimento fraudolento di valori e detenzione di munizioni; il sequestro, finalizzato alla confisca, di 11 attività economiche, 13 beni immobili (7 fabbricati e 6 terreni) siti nella provincia etnea e 50 rapporti finanziari/depositi.

Le operazioni di arresto e sequestro hanno coinvolto complessivamente oltre 140 finanzieri e sono state realizzate con il supporto di militari dello Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata (Scico), dei comandi provinciali di Palermo, Trapani e Siracusa, della Sezione Aerea del Reparto Aeronavale di Palermo nonché delle unità cinofile antidroga e antivaluta e di quelle Antiterrorismo-Pronto Impiego in servizio nella provincia etnea.

L’indagine, coordinata dalla Procura etnea e condotta da unità specializzate del Gico del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania, traeva spunto dalle indagini effettuate nell’ambito dell’operazione “La Vallette”, che ha riguardato una ramificata consorteria di italiani e stranieri, operante in Sicilia, Calabria e Malta, dedita al traffico di stupefacenti. – continua sotto –  

Nel dettaglio, le investigazioni, durate circa due anni, hanno consentito di ricostruire l’operatività sul territorio della provincia di Catania di un’associazione criminale, che sarebbe stata diretta da quattro fratelli i quali, da agosto 2018 ad agosto 2020, avrebbero gestito un rilevante traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, marijuana e hashish, fungendo da “grossisti” per ulteriori soggetti, dediti all’approvvigionamento delle locali piazze di spaccio.

Il sodalizio avrebbe avuto profili di contiguità con il clan “Cappello-Bonaccorsi”, atteso che, per favorire il lucroso business, si sarebbe avvalso del carisma criminale di un soggetto, cognato dei predetti fratelli e noto esponente di detto clan, per dirimere le controversie legate al traffico di stupefacenti, ottenere più agevolmente i pagamenti loro “dovuti” e garantirsi in ogni caso la copertura necessaria al mantenimento dei traffici illeciti.

Dalle indagini emergeva che gli indagati si sarebbero assicurati stabili forniture di rilevanti quantità di stupefacente attraverso due canali principali: il primo con base operativa in Toscana, a Figline Valdarno (Firenze), che avrebbe fatto capo a un soggetto italiano e un albanese, e il secondo, attivo nella città di Catania, riconducibile a ulteriori due figure di nazionalità italiana. Il trasporto e la custodia della merce acquistata sarebbero poi stati garantiti, oltre che dai citati canali, tramite altri soggetti, i quali avrebbero gestito diversi siti di stoccaggio tra Catania, Gravina di Catania, Misterbianco e il Villaggio di Ippocampo di mare. – continua sotto –  

Nel corso delle investigazioni, svolte anche mediante attività di natura tecnica e servizi di osservazione e pedinamento, sarebbe stata inoltre appurata l’esistenza di un secondo gruppo dedito al traffico organizzato di stupefacenti – indipendente da quello sopra menzionato – che avrebbe impiantato una vastissima piantagione di cannabis su un terreno di circa 1.500 metri quadrati nei pressi della cascata “Oxena” tra Militello in Val di Catania e Grammichele, occupandosi poi della relativa coltivazione, nonché delle successive fasi di lavorazione e vendita di ingenti quantità di marijuana. Tale gruppo sarebbe stato composto da un soggetto, con il ruolo di organizzatore, due stretti collaboratori del primo e da un albanese addetto alla manutenzione ordinaria della piantagione oltre a svolgere funzioni di guardiano e vedetta.

Le evidenze investigative durante le indagini venivano riscontrate anche tramite l’arresto in flagranza di reato di 7 soggetti per detenzione e commercio di sostanze stupefacenti e il sequestro, in più circostanze, di una notevole quantità di sostanze stupefacente e, in particolare, di circa 34 chili di cocaina, 400 chili di marijuana, 1 chilo di hashish, 11mila piante di cannabis e 38 proiettili calibro 9.

Dalle indagini sarebbe emerso il successivo reimpiego dei proventi illeciti del traffico di stupefacenti in attività commerciali lecite. Nello specifico, sarebbero stati individuati gli investimenti di due dei quattro fratelli in una società a responsabilità limitata e in una ditta individuale, operanti nel settore della compravendita e noleggio di autovetture in Tremestieri etneo e Viagrande (Catania). Inoltre, sarebbe stata riscontrata la fittizia attribuzione della titolarità di una ditta individuale di Catania, esercente l’attività di bar, al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali.

Alla luce del complessivo quadro indiziario raccolto dal Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Catania, il Giudice per le indagini preliminari – su richiesta della Procura etnea – ha dunque disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di 21 soggetti nonché il sequestro di: 11 attività economiche, principalmente attive tra Catania e comuni limitrofi nei settori della compravendita e noleggio di autovetture, dei giochi e scommesse, della vendita al dettaglio di alimenti e bevande; 7 fabbricati e 6 terreni, ubicati tra Catania, Viagrande e Gravina di Catania; 50 rapporti bancari e/o postali e depositi, con saldo o valorizzazione attiva, comunque intestati o riconducibili ai principali indagati. IN ALTO IL VIDEO

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