Avevano truffato una donna di 95 anni, residente a Vicenza, con la tecnica del “finto avvocato”, sottraendole circa 4mila euro in contanti. Si tratta di due persone due persone originarie della provincia di Napoli che, nella serata di mercoledì 8 febbraio, sono state fermate dalla Polizia Stradale nel Casertano, lungo la carreggiata sud dell’autostrada A1, all’altezza di Capua. – continua sotto –
Durante un servizio di vigilanza lungo i tratti autostradali, gli agenti notavano una vettura con a bordo due persone, il cui atteggiamento li insospettiva, pertanto procedevano a fermarle e controllarle. Dopo aver verificato i numerosi precedenti a carico dei due, i poliziotti effettuavano un accurato controllo del veicolo che consentiva di rinvenire, nascosta tra i sedili della vettura, un tubo di patatine “Pringles”, dotato di un doppio fondo, al cui interno vi era nascosta la somma di denaro di circa 4000 euro in contanti, suddivisa in banconote da 50 e 100 euro, per la quale i fermati non erano in grado di fornire spiegazioni circa la provenienza.
Così i due venivano accompagnati negli uffici della Sottosezione Polizia Stradale di Caserta Nord dove, grazie anche alla collaborazione degli operatori dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Vicenza, emergeva che il denaro erano provento di una truffa aggravata commessa a danno della 95enne vicentina. La donna era stata raggirata facendole credere un coinvolgimento del figlio in un incidente stradale che gli aveva comportato il “fermo” presso una caserma dei carabinieri della zona, in quanto utilizzatore di un’autovettura priva di assicurazione. La vittima era stata contattata sull’utenza telefonica di casa da un sedicente “avvocato” che le chiedeva di preparare una consistente somma di denaro o monili in oro per “pagare” la liberazione del figlio, cosa che avveniva successivamente con la consegna del denaro nelle mani di un soggetto presentatosi come un “collaboratore dell’avvocato”.
I due malviventi venivano denunciati in stato di libertà per truffa aggravata, mentre la 95enne, dopo aver presentato querela, riconosceva in foto uno di loro. Tutta la refurtiva, inoltre, veniva sequestrata in attesa della restituzione alla proprietaria.