250 anni dalla morte di Vanvitelli: Ordine Architetti Caserta in prima linea nelle celebrazioni

di Redazione

Caserta – È pronto a svolgere un ruolo da protagonista l’Ordine degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Caserta nell’ambito delle celebrazioni per il 250esimo anniversario della morte di Luigi Vanvitelli. – continua sotto –  

Nel corso dei prossimi 12 mesi in cui saranno diverse le iniziative e gli appuntamenti per ricordare il genio assoluto dell’architettura casertana che diede vita alla Reggia conosciuta in tutto il mondo, tanto per citare la sua opera più importante, l’ordine presieduto da Raffaele Cecoro sarà in prima linea nelle celebrazioni vanvitelliane per risaltarne ancora più la concezione innovativa del paesaggio e la visione futuristica che seppe dare ad un’intera area, come il villaggio di Caserta che, due secoli e mezzo fa, grazie a lui subì la trasformazione urbanistica in città fino ad arrivare alla conurbazione contemporanea.

Il primo segno di questo protagonismo dell’Ordine Architetti di di Terra di Lavoro è stata la presenza del presidente Cecoro ed il suo intervento istituzionale alla cerimonia inaugurale delle celebrazioni per i 250 anni dalla morte di Vanvitelli, svoltasi di recente nella chiesa parrocchiale di San Francesco di Paola, dove fu seppellito, ubicata sulla linea di confine tra Caserta e Casagiove, proprio a pochi passi dalla Reggia, e presieduta dal vescovo di Caserta, Pietro Lagnese.

“Per me che ne sono il presidente, e per l’Ordine degli Architetti di Caserta, – ha commentato Cecoro. – è stato un onore presiedere alle iniziative per ricordare l’architetto ed il paesaggista che più di altri rappresenta la nostra terra, da lui scelta per esprimere il suo talento e tramandare la sua arte alle future generazioni. La grandezza della sua opera professionale e le sue idee innovative saranno al centro delle iniziative istituzionali che vedranno il nostro Ordine partecipare in maniera attiva e fornire un contributo qualificato e degno del suo lascito intellettuale”.

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