Migranti, Meloni: “Da Ue buona volontà, c’è un cambio di passo”

di Redazione

Sul tema migranti “c’è un lavoro che va in continuità che dimostra che non si trattava di uno spot o semplicemente di un’iniziativa singola”. Lo rivendica la premier Giorgia Meloni, dicendosi “molto soddisfatta” delle conclusioni del vertice europeo. – continua sotto –  

“Sulla materia migratoria avete visto il richiamo nelle conclusioni, che dimostra non solo il cambio di passo che abbiamo impresso nello scorso Consiglio europeo – sottolinea – ma anche il fatto che oggi la migrazione rimane una priorità nei grandi obiettivi dell’Ue, con il passaggio che viene richiamato all’implementazione degli obiettivi che abbiamo deciso nell’ultima riunione e una verifica dell’implementazione del prossimo Consiglio europeo di giugno”.

“Stiamo lavorando sulla concretezza di quegli strumenti con risultati che mi sembrano oggettivamente molto buoni e che dimostrano una buona fede nella volontà di affrontare questi temi”, afferma ancora il presidente del Consiglio, aggiungendo: “Abbiamo lavorato molto e molto bene sulla bozza di conclusioni, che sulle questioni dirimenti e più importanti non ha subito modifiche, sia per quello che riguarda le materie economiche con il richiamo all’implementazione dell’elemento che ci più interessa, la flessibilità dei fondi di coesione e dei fondi Pnrr, che sulla materia della governance, che per noi è fondamentale da risolvere entro la fine di quest’anno e che ovviamente deve tenere conto degli obiettivi strategici che l’Unione si dà”.

Meloni ribadisce che “se l’Unione lavora sulla transizione ecologica, sulla transizione digitale sul sostegno all’Ucraina, poi deve tenere conto di quegli investimenti nelle sue regole di governance e mi pare che anche su questo ci sia una sensibilità diffusa”. – continua sotto –  

INCONTRO CON MACRON – Meloni si dice “molto soddisfatta” dell’incontro avuto ieri sera con Emmanuel Macron. Ai giornalisti a Bruxelles che le chiedono se ci sia volontà di una maggiore collaborazione tra Italia e Francia, la premier risponde: “Penso assolutamente di sì, mi pare ci sia voglia di collaborare su materie che sono sicuramente di importanza strategica, penso alla questione migratoria, sulla quale registro una grande disponibilità ad affrontare la questione in modo strutturale da parte del presidente Macron, sulle materie industriali, su alcune cose sulle quali anche gli interessi nazionali della Francia e dell’Italia possono collimare”. “Mi pare – sostiene ancora Meloni – che ci fosse un clima sicuramente molto produttivo e molto favorevole e questo credo possa essere utile per affrontare alcune sfide che sono comuni. Sono soddisfatta di questo bilaterale, come degli altri bilaterali, con il premier portoghese, con il primo ministro greco”. Il presidente del Consiglio rivendica “una centralità, un protagonismo dell’Italia del quale io vado fiera e che dimostra che possiamo sicuramente contare e far valere di più i nostri interessi, cercando le sintesi con quelli degli altri che sono più che legittimi come lo sono i nostri”.

BANCHE – Ai giornalisti che le chiedono se nella riunione dell’eurosummit, alla quale hanno partecipato anche la presidente della Bce Christine Lagarde e il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, sia stata espressa preoccupazione sullo stato delle banche, la premier risponde: “Mi pare ci sia consapevolezza di un sistema i cui fondamentali sono solidi, non mi pare ci sia particolare preoccupazione”. “Mi pare che sia dalla relazione della presidente Lagarde e del presidente Donohoe e dai contributi dei leader dell’Unione ci sia la consapevolezza di un sistema di cui in ogni caso i fondamentali sono solidi”, afferma Meloni che poi avverte: “Sicuramente bisogna monitorare, implementare l’Unione bancaria, l’Unione di capitali, la governance, c’è un lavoro che va fatto”. Ma, chiarisce, “non perché negli ultimi giorni riteniamo che si possa modificare il quadro, ma banalmente perché il sistema ha bisogno degli elementi che mancano per la sua piena forza e capacità di impatto. Ma non mi pare ci sia una particolare preoccupazione per un sistema che è oggettivamente stabile e solido”.

MES – La ratifica del Mes? “Ci sono anche altri strumenti che sono anche più efficaci nell’attuale contesto” la posizione ribadita dal presidente del Consiglio, dopo le nuove sollecitazioni arrivate dal presidente dell’Eurogruppo Donohoe, che ha esortato ancora una volta a ratificare al più presto il fondo salvastati. “Io credo che la materia non vada discussa a monte, ma vada discussa a valle e nel contesto nel quale opera – dice Meloni ai giornalisti a Bruxelles – Il riferimento alla governance è un riferimento fatto non a caso, e anche ad altri strumenti che sono anche più efficaci nell’attuale contesto. Stamattina abbiamo discusso dell’Unione bancaria e sul tema di un backstop il Mes è una sorta di Cassazione, il primo e il secondo grado sono l’Unione bancaria, che sono le materie che sono state discusse questa mattina, quindi è un ragionamento del quale non si può discutere se non in un quadro complessivo”. – continua sotto –  

PNRR – Sull’erogazione prossima tranche del Pnrr “non vedo assolutamente rischi, c’è un lavoro molto serio e collaborativo”. Meloni da Bruxelles ritiene che non ci siano problemi in vista della scadenza di fine marzo e ricorda che il suo governo “ha ereditato una situazione che richiede di lavorare molto velocemente”. “E’ quello che stiamo facendo – rivendica – Ne ho parlato adesso con Ursula von der Leyen, mi pare che la Commissione apprezzi molto il lavoro serio che sta facendo l’Italia da questo punto di vista e tutte le decisioni che si prendono sono decisioni che stiamo condividendo, non vedo rischi”.

NOMINE – Sulle nomine ai vertici delle società partecipate “non ci sono tensioni” con la Lega, assicura Meloni, “stiamo lavorando con grande serietà nonostante le ricostruzioni che io leggo ogni giorno, che sono divertentissime”. La premier sottolinea che “è un lavoro che cerchiamo di fare guardando all’interesse nazionale italiano: le società delle quali parliamo sono molto importanti per il nostro sistema, per la nostra credibilità, ci sono interlocuzioni a 360 gradi ma che guardano al merito delle persone e della questione”.

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