Napoli – Dopo il fermo di un uomo nel carcere di Secondigliano mentre tentava di introdurre e passare droga al figlio detenuto, prende posizione il Sappe – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, sollecitando provvedimenti ministeriali. – continua sotto –
“Ennesima brillante operazione messa a segno della Polizia Penitenziaria di Secondigliano, che opera nell’azione di contrasto all’introduzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti e telefonini nel penitenziario. Gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno infatti rinvenuto, presso il Reparto detentivo Settore 2 che ospita circa 250 detenuti in circuito ad alta sicurezza, 4 telefonini, di cui 3 tipo micro ed uno smart perfettamente funzionanti. Sono stati scovati in ambienti detentivi comuni, sequestrati e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria competente”, evidenzia Tiziana Guacci, segretario regionale Sappe Campania. “Sempre ieri – continua Guacci – è stato arrestato in flagranza di reato un uomo, padre di un detenuto ristretto presso il Reparto di Alta Sicurezza, in procinto di effettuare colloquio con suo figlio con circa 20 grammi di sostanza stupefacente contenuta in un pacco. Contestualmente, è stata perquisita l’auto che era parcheggiata all’esterno del carcere nella quale è stata trovata una cospicua somma di denaro in banconote”.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, ricorda che, come ha rilevato in più occasioni la Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa) nelle sue relazioni annuali, “dal 1973 sono complessivamente 25.780 i morti causati dal consumo di stupefacenti. L’andamento in atto è un fenomeno estremamente preoccupante, sul quale gli analisti e gli esperti delle diverse discipline dovranno continuare ad interrogarsi per individuare le cause e porre un argine non solo sul piano della repressione del traffico e dello spaccio”.
Il leader del Sappe, che plaude alla professionalità del personale in servizio a Secondigliano, ricorda infine che “la Polizia Penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto alla diffusione della droga e alla detenzione di telefonini nei penitenziari per adulti e minori. Il numero elevato di tossicodipendenti richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business”. Nella foto, da sin. Capece e Guacci