Una marcia silenziosa per Diana Biondi, la 26enne studentessa di Somma Vesuviana morta suicida dopo essersi lanciata da un dirupo. E’ quella tenutasi, nel pomeriggio del 3 marzo, a Napoli, davanti alla sede dell’Università “Federico II” di Napoli, in via Porta di Massa, organizzata dal consiglio degli studenti dell’ateneo. – continua sotto –
Il gesto estremo della ragazza sarebbe legato al fatto che avrebbe mentito sul conseguimento della laurea, in realtà sembra che fosse indietro col piano di studi. Sprofondata nel timore di deludere la sua famiglia e non trovando il coraggio di confidarsi con qualcuno, avrebbe quindi deciso di togliersi la vita.
Diana era uscita di casa la mattina di lunedì 27 febbraio, dicendo di doversi recare all’università. L’ultimo messaggio del padre, Edoardo, prima che il cellulare di lei non fosse più raggiungibile, era stato inviato alle 17.55 di lunedì. “Non posso parlare”, la risposta. Giunta sera e preoccupato del fatto che la figlia non rincasasse, l’uomo andava dai carabinieri per denunciare la scomparsa. Del caso si era interessato anche il programma di Rai3 “Chi l’ha visto?”.
Poi, martedì pomeriggio, intorno alle 18, un gruppo di giocatori di bocce segnalava un corpo in un dirupo, in località Santa Maria a Castello di Somma, vicino all’ex ristorante “Il Canguro”, e allertava i carabinieri. Appesa alla recinzione del locale, chiuso da tempo, c’era la borsa con cui la giovane era uscita di casa il giorno prima. Da lì pochi dubbi che il cadavere rinvenuto lì vicino, tra l’altro con gli stessi indumenti che la 26enne aveva al momento della scomparsa, fosse quello di Diana. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Nola. IN ALTO IL VIDEO