I finanzieri del comando provinciale di Verona, nella prima mattinata del 22 marzo scorso, hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal gip del Tribunale di Verona su richiesta della locale Procura della Repubblica, di beni riconducibili ad una società veronese ed al suo amministratore residente in provincia di Roma, indagato, unitamente ad altri 3 sodali, per le ipotesi delittuose, in concorso, di truffa in danno dei consumatori ed evasione fiscale. – continua sotto –
Contestualmente sono state eseguite perquisizioni a Roma, Verona e nelle province di Roma, Verona e Savona, nei confronti dei 4 indagati e delle 3 società coinvolte, con il contestuale sequestro di numerosa documentazione cartacea ed informatica. Inoltre, per i risvolti a tutela dei consumatori, è stato interessato il Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza di Roma per consentire le valutazioni del caso da parte dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato.
Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica scaligera e condotte dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Verona, hanno preso avvio dall’approfondimento di numerose denunce presentate dai clienti della società operante su larga scala attraverso il web. Le Fiamme Gialle, ampliando e approfondendo le investigazioni, hanno quindi individuato l’articolato sistema messo in atto dalla società, con uffici in provincia di Verona ed operante sul web attraverso una propria piattaforma, mediante vendita on line di vari pacchetti promozionali che garantivano l’accesso a diversi servizi, con un sistema di vendita “piramidale” finalizzato al reperimento di notevoli somme di denaro ai danni dei numerosi clienti, sia sul territorio nazionale che estero.
Più nel dettaglio, le indagini hanno consentito alla Guardia di Finanza di disvelare l’operatività di una vera e propria organizzazione che – grazie alla costituzione di una società di vendita on line – era dedita alla raccolta di denaro dai clienti con la promessa di riconoscere loro, a scadenze prefissate, dei crediti triplicati rispetto al capitale impegnato. Tale attività commerciale, per le caratteristiche del sistema di vendite utilizzato e per gli allettanti e rapidi guadagni promessi che hanno attirato centinaia di consumatori, oltre che per il modo in cui venivano reperiti gli investimenti e reclutati gli investitori/consumatori, ha evidenziato una vera e propria truffa a danno di questi ultimi, i quali non hanno ricevuto – nella buona parte dei casi – né i prodotti acquistati, né avuto il rimborso dei crediti maturati. – continua sotto –
Le meticolose indagini svolte hanno consentito di appurare inoltre che le ingenti somme di denaro percepite dalla società non sono state dichiarate al fisco e, quindi, l’amministratore si è reso responsabile, nei diversi anni, sia delle omesse dichiarazioni fiscali, che di presentazione di dichiarazioni fiscali infedeli, oltre che di utilizzo di fatturazioni per operazioni inesistenti, grazie alla contestuale costituzione di dedicate società “di comodo” riconducibili agli stessi indagati, aventi funzioni di mere “cartiere” destinate fatturare delle operazioni fittizie. Le investigazioni hanno permesso di ricostruire un’evasione delle imposte, sia Ires che Iva, per un importo complessivo, relativo agli anni 2020 e 2021, di circa 30 milioni di euro. IN ALTO IL VIDEO