Teverola (Caserta) – Un pastificio artigianale in cui utilizzare prodotti provenienti dalla lavorazione dei grani antichi, un centro di formazione ed informazione sui temi dell’agricoltura e della sostenibilità ambientale, un luogo per le associazioni del territorio comunale. – continua sotto –
Questi gli obiettivi dell’ambizioso progetto di riutilizzo del bene confiscato all’ex capozona del clan dei Casalesi, Aldo Picca, in via II Traversa Via Dietro Corte, redatto nel 2018 su input dell’allora sindaco Dario Di Matteo e dell’ex assessore alle Politiche sociali Enza Barbato, ammesso a un finanziamento europeo. Dopo anni trascorsi e i mille intoppi per la riqualificazione del bene, precedentemente poco fruito dalla comunità, i lavori sono stati ultimati e il Comune di Teverola ha emanato recentemente il bando per l’assegnazione con scadenza in pieno periodo pasquale, lunedì 10 aprile, alle ore 12.
“Considerata anche la coincidenza con le festività pasquali, il tempo concesso per la stesura di un progetto accurato è estremamente ridotto”, sostiene il Comitato don Peppe Diana, partner del progetto insieme al consorzio Nco, Slow Food Campania e alla cooperativa Terra Felix – circolo Geofilos Legambiente, che ha immediatamente scritto al sindaco di Teverola, Tommaso Barbato, all’assessore regionale ai beni confiscati, Mario Morcone, al dirigente dell’Ufficio per il federalismo e dei sistemi territoriali e della sicurezza integrata della Regione Campania, Simonetta De Gennaro, e al viceprefetto aggiunto Biagio Del Prete del Nucleo di supporto all’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati della Prefettura di Caserta.
Il Comitato don Diana, coordinato da Salvatore Cuoci, ha segnalato la totale assenza di coinvolgimento dei partner, che avevano dato la propria disponibilità gratuita all’implementazione di un modello di economia sociale, e che nell’avviso indetto dal Comune non si fa alcun cenno alle opportunità legate alla presenza di una rete già consolidata di associazioni. Lo stesso avviso poi, non contiene la descrizione completa delle attività previste dal progetto, che prevedono non solo il pastificio ma anche un centro di formazione agroalimentare ed ambientale. Una serie di informazioni il cui inserimento avrebbe potuto incoraggiare più realtà a partecipare. Per questi motivi, il Comitato Don Diana ha invitato il sindaco a prevedere un avviso completo di tutte le informazioni o quantomeno a una proroga di quello emanato, tenendo conto del partenariato costruito in fase di progettazione.