Teverola (Caserta) – Il loro voto favorevole, nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale, alla mozione di sfiducia nei confronti del sindaco è stato determinante per porre fine all’era di Tommaso Barbato che alle amministrative del 2019 avevano sostenuto e contributo ad eleggere. – continua sotto –
Da giorni l’ormai ex primo cittadino non risparmia critiche nei loro confronti e per questo Antonella Di Martino e Angela Improta, che fino a pochi giorni fa ricoprivano gli incarichi, rispettivamente, di vicesindaco e presidente del Consiglio comunale, intendono esporre la loro verità dei fatti.
“L’ex sindaco, a mezzo stampa e social, sta provando ora a ripulirsi la faccia mistificando una realtà palese a tutti e documentata, l’ennesimo alibi di cui si serve indossando le vesti della vittima e infangando gli altri”, esordiscono entrambe, per poi spiegare che la vicesindaco Di Martino, con delega alle Attività Produttive, veniva a conoscenza della proposta di deliberazione del Consiglio comunale concernente una “variante puntuale del Piano Urbanistico Comunale” con cui si intendeva approvare e trasformare un terreno agricolo in zona produttiva.
“Alla luce di ciò – spiegano – chiedemmo chiarimenti, maggiore attenzione rispetto a tale decisione, nell’esclusivo interesse della città. Non avremmo mai accettato l’idea di una nuova zona Pip, nonostante le già presenti zone industriali. Solo il 6 aprile siamo venute a conoscenza anche della famigerata conferenza dei servizi avvenuta il 4 gennaio, pochi giorni dopo l’insediamento dell’attuale ingegnere dell’Ufficio tecnico comunale, alla presenza dell’ingegner Alessandro Pisani e segretario verbalizzante Federico Pitocchi. Tutto quanto affermato è allegato alla proposta di deliberazione i cui atti sono disponibili presso la casa comunale e agli enti preposti”. – continua sotto –
“Nonostante le ripetute sollecitazioni di chiarimenti da parte nostra, il sindaco – continuano Di Martino e Improta – rifiutava categoricamente la proposta di rimuovere dal Consiglio comunale tale punto. Non avremmo voluto alimentare sterili polemiche e discussioni pretestuose perché quanto dovevamo dire lo abbiamo ampiamente affermato durante il Consiglio comunale, provvedendo successivamente a segnalare quanto accaduto anche alle autorità competenti”.
Chiarito ciò, Di Martino e Improta non intendono più ritornare sulla questione, rispendendo al mittente le accuse e quelle che definiscono “le ingiurie, gli inciuci, le calunnie e le offese”, oltre a ribadire che “poste innanzi alla scelta tra il mandato popolare e politico, e le dubbie decisioni di sedicenti amministratori che hanno dimostrato il loro peso amministrativo e umano, rivelandosi il perfetto prototipo degli arrivisti, abbiamo scelto e sceglieremo sempre il primo”.