Il Tribunale di Catania ha applicato la misura di prevenzione patrimoniale nei confronti di tre persone, eseguita stamani dai militari del Ros al termine dell’indagine “Agorà”, nel corso del quale era stato possibile individuare, tra l’altro, le imprese e gli imprenditori contigui alla famiglia mafiosa di Caltagirone. – continua sotto –
E’ emerso, infatti, come questa compagine di Cosa Nostra, grazie anche alle entrature di cui godeva presso il Comune di Caltagirone, esercitava un’attività pressoché monopolistica nel settore degli appalti riuscendo a “modellare” i bandi, così da favorire le aziende contigue a cosa nostra calatina ovvero a imporre attraverso condotte minatorie le forniture di calcestruzzo. Ciò ha determinato per gli imprenditori l’assunzione di posizione pressoché dominante nel mercato calatino e per l’organizzazione l’ottenimento di consistenti risorse economiche frutto del controllo di settori economici.
L’attività investigativa ha vissuto una prima fase esecutiva quando, lo scorso giugno, le aziende ed i beni immobili di seguito indicati sono stati sottoposti a sequestro preventivo. Il provvedimento ha disposto: il sequestro ai fini della confisca di due aziende, in quanto società che hanno tratto indubbio vantaggio dalla loro vicinanza alla famiglia mafiosa così da piegare le dinamiche di libero mercato agli obiettivi dell’organizzazione; l’amministrazione giudiziaria di altre due aziende.
Al riguardo il tribunale ha evidenziato come, seppur le aziende non hanno una matrice mafiosa, la disponibilità di tali attività economiche in capo ai loro titolari potrebbe comunque agevolare l’organizzazione considerato il loro coinvolgimento in qualificate dinamiche criminali di Cosa Nostra calatina. Il valore dei beni sequestrati è di circa 10 milioni di euro. IN ALTO IL VIDEO