Una bella notizia per lavoratori dello stabilimento ex Whirlpool di Napoli, Il commissario straordinario del governo per la Zes Campania, Giosy Romano, ha infatti comunicato che si è conclusa la procedura per il trasferimento del sito di via Argine a “Tea Tek Group spa”, azienda napoletana di Acerra attiva nel settore delle energie alternative. – continua sotto –
312 lavoratori, in Naspi da novembre 2021, saranno assunti dal gruppo campano che si è aggiudicato il bando per la reindustrializzazione dello storico sito. Nella sede dove la multinazionale americana produceva lavatrici, la Tea Tek realizzerà pannelli fotovoltaici.
“Siamo in attesa del completamento delle procedure di assegnazione del complesso ex Whirlpool di Napoli. In queste ore veniamo travolti dall’entusiasmo e dell’affetto delle persone, e questo ci rende ancora più fieri del percorso appena iniziato”, afferma Felice Granisso, ceo di Tea Tek Group. “Vogliamo costruire un consenso largo insieme alle istituzioni e alle parti sociali intorno alla nostra proposta, consapevoli che questa non è solo la sfida di un gruppo imprenditoriale, ma una scommessa sul futuro economico ed occupazionale di tutta Napoli e del Mezzogiorno, sulle cui potenzialità continuiamo a credere e investire”, conclude.
“Anche se ancora non cantiamo vittoria, perché ci sono state fatte tante promesse e sono state annunciate reindustrializzazioni mai concretizzate, iniziamo a vedere un futuro che ci era stato cancellato”, commenta Vincenzo Accurso, delegato della Uilm. “Condizione necessaria del bando, al quale sappiamo hanno partecipato due imprese – continua Accurso – era proprio il riassorbimento di tutti noi lavoratori, rimasti uniti in questa battaglia. Purtroppo durante la vertenza abbiamo perduto un centinaio di persone, molte delle quali adesso non stanno vivendo un periodo florido da un punto di vista lavorativo. Chi di noi ha deciso di restare a combattere, sapeva che l’unione avrebbe fatto la forza per raggiungere un obiettivo concreto. Ora ci aspettiamo di essere convocati al più presto a un tavolo istituzionale dove saranno messi nero su bianco tempi e modalità del nostro passaggio al nuovo gruppo”. – continua sotto –
“Quando siamo stati licenziati – sottolinea Accurso – la multinazionale ci ha messo di fronte a due strade: accettare una buonuscita oppure un reimpiego in uno stabilimento del Nord. Abbiamo rifiutato perché se avessimo detto sì, avremmo dato uno schiaffo a Napoli, al Sud. Avremmo salvato le nostre vite, ma non quelle di un territorio che, anche attraverso il lavoro, rappresenta un presidio di legalità. Ci siamo opposti alla politica di deindustrializzazione del Mezzogiorno e alla fine stiamo per cogliere i frutti di anni di sacrificio. Avevamo proprio bisogno di un piano industriale stabile e futuristico, come quello che si sta per realizzare”.