Napoli, al Mann il ministro Sangiuliano inaugura la nuova sezione “Campania Romana”

di Redazione

Un percorso attraverso la Campania antica, territorio che aveva confini più estesi rispetto a quelli attuali: si parte dal II secolo a.C. per giungere almeno al III sec. d.C., spostandosi tra l’area flegrea, le città vesuviane e il territorio interno, con particolare riferimento all’attuale casertano. E, guardando più lontano, l’itinerario tocca a Nord il basso Lazio e a Sud alcuni centri della Calabria. – continua sotto –

Apre al pubblico la sezione “Campania Romana. Sculture e pitture da edifici pubblici” del Museo Archeologico Nazionale di Napoli: 2mila metri quadrati di sale comprese negli spazi dell’ala occidentale, i cui ambienti storici non erano fruibili da oltre cinquant’anni, con 240 opere esposte.

“Oggi – ha detto Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, in occasione dell’evento di presentazione – avviamo un percorso di ampliamento del Mann che porterà uno dei musei archeologici più importanti al mondo a raddoppiare la sua presenza in città con una nuova sede a Palazzo Fuga. Il valore della libertà, il valore dell’Occidente, lo si comprende molto bene in un luogo come questo, perché qui ci sono le origini della nostra storia. Nella civiltà greco-romana affondano le nostre radici ed è nostro compito salvaguardare e rendere fruibile a tutti questo patrimonio che ci ricorda la nostra eredità culturale”.

Oggi, dalle 17, è in programma un’apertura gratuita al pubblico per condividere la riapertura dell’ala occidentale del museo con la città. “La riapertura dopo 50 anni degli spazi dell’ala Occidentale – ha sottolineato Paolo Giulierini, direttore del Mann – con le eccezionali collezioni di scultura, pittura e gli ambienti elegantissimi, costituisce un punto di non ritorno nella storia del Museo Archeologico Nazionale: d’ora in avanti è, senza ombra di dubbio, il più grande museo di archeologia classica al mondo. Dietro questo immane sforzo c’è un team straordinario, c’è soprattutto l’orgoglio di una città che torna a essere capitale dell’archeologia e c’è il mantenimento della promessa di questa dirigenza che, all’arrivo, ha trovato un museo in forte declino e chiuso per oltre la metà, ma, nonostante tutto, ha affermato che l’intero museo sarebbe stato riaperto, meglio e con più efficacia rispetto a prima. Noi abbiamo vinto il nostro campionato combattendo su tutti i fronti con passione, quella che ogni italiano esprime quando si tratta di difendere e far rialzare il nostro Paese”. – continua sotto –

La sezione Campania Romana è stata curata da Carmela Capaldi, docente di Archeologia e Storia dell’arte dell’Università degli studi di Napoli Federico II. “Abbiamo cercato e selezionato le opere – ha detto Capaldi -, fatto un lavoro intenso di recupero filologico delle provenienze e concepito tutto questo percorso che illustra la storia della Campania in un particolare momento, quello della creazione della Regio I, in un territorio che si salda senza soluzione di continuità con Roma. Il percorso che il visitatore può apprezzare è quello attraverso i centri principali: l’area flegrea, l’area vesuviana, la Campania interna e i territori del Lazio Meridionale. È stata una straordinaria occasione anche per i nostri studenti che hanno imparato a conoscere e schedare le opere, ad apprezzarne il valore. Affianchiamo all’esperienza in aula, allo studio teorico, l’esperienza pratica estremamente importante dei tirocini formativi”.

Sono presentati – in molti casi per la prima volta – non solo le sculture marmoree e bronzee, ma anche i rivestimenti parietali, le epigrafi, gli elementi architettonici e di arredo che decoravano gli edifici pubblici e i monumenti funerari. Le statue dei Dioscuri di Baia inaugurano il percorso, introducendo il primo segmento espositivo dedicato all’area flegrea (Baia, Cuma e Pozzuoli). Si continua, poi, con i reperti dal comparto vesuviano, incontrando prima Pompei con manufatti provenienti dall’area del Foro triangolare (tempio di Asclepio, Palestra Sannitica e teatro) e del foro civile (tempio di Apollo, tempio di Venere, Basilica, Macellum, Capitolium e Tempio della Fortuna).

Un focus ad hoc è dedicato non solo all’area del teatro di Ercolano, con la ricostruzione virtuale della celebre Quadriga (non collocabile con certezza, presumibilmente inserita tra foro e teatro), ma anche all’Augusteum, per il quale si riproduce la ipotetica collocazione originaria di sculture e affreschi. Per la prima volta è presentata al pubblico la sequenza completa delle decorazioni presenti nelle nicchie. Per quanto riguarda l’antica Stabiae, è presente in allestimento la replica dell’Afrodite Sosandra, messa a confronto con la scultura proveniente da Baia. Ancora, le sale dedicate all’anfiteatro e al teatro di Santa Maria Capua Vetere: l’allestimento segue il principio tematico scelto da Michele Arditi per il cosiddetto Gabinetto delle Veneri, adottando l’amore come fil rouge delle opere esposte. IN ALTO IL VIDEO 

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