Gli allevatori del coordinamento unitario in difesa del Patrimonio bufalino, mediante il portavoce Gianni Fabbris si sono dichiarati “soddisfatti” dell’incontro tenutosi ieri pomeriggio, a partire dalle 17, al Ministero della Salute, dove le loro proposte sono state consegnate al sottosegretario Marcello Gemmato. – continua sotto –
La faccenda riguarda le controdeduzioni al piano per l’eradicazione della “brucella” varato dalla Regione Campania, il quale nelle ultime settimane è stato vistosamente contestato dagli allevatori bufalini casertani in lotta da anni su tale questione. Gli allevatori casertani da mesi non solo hanno gridato al “fallimento del piano” e ad una “strage di bufale” posta in atto per eliminare la brucellosi, ma hanno richiesto a gran voce il commissariamento. L’incontro di ieri è giunto dopo le ultime proteste con tanto di presidi di allevatori sorti a Capua, Villa Literno, nei pressi del ponte Garigliano e con il blocco della strada Domiziana mediante l’ausilio dei trattori.
Al tavolo istituzionale, richiesto in un primo momento dal coordinamento unitario degli allevatori mediante il prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo, e poi convocato direttamente dal Sottosegretario Gemmato a Roma, hanno partecipato i parlamentari del centrodestra: Gianpiero Zinzi, Marco Cerreto, Giovanna Petrenga e Gimmi Cangiano, mentre per il Pd era presente la senatrice Susanna Camusso, una rappresentanza dei 5 Stelle e il deputato Francesco Mari.
Oltre la componente politica, bisogna menzionare, pure la partecipazione dei funzionari dei ministeri della Salute e dell’Agricoltura, nonché i rappresentanti del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, Altragricoltura, Flai Cgil, Ugl, Ris Bufala, Soccorso Contadino, Libera e Cna. Poi c’erano pure il professore Vincenzo Caporale, presidente della commissione, per gli standard biologici dell’Organizzazione mondiale per la sanità animale e l’avvocato Antonio Sasso, il rappresentante legale degli allevatori. – continua sotto –
I punti portati sul tavolo a supporto di un documento che apre un confronto tra le parti, al quale non ha partecipato la Regione Campania, sono: l’attuazione rigorosa delle norme europee sulla distinzione tra caso sospetto e caso certo; l’individuazione dell’allevatore quale primo operatore per la sicurezza alimentare aziendale che può vantare il diritto di ricorso di veterinari aziendali e di laboratori riconosciuti in Italia ed in Europa; il riconoscimento del diritto a poter esibire diagnosi di parte in caso di sospetta infezione rilevata dagli accertamenti Asl; l’approvazione dei piani provinciali per l’eradicazione della brucellosi e della tubercolosi bufalina da parte dei ministeri dell’Agricoltura e della Salute, e il ricorso a campagne vaccinali anche sui capi adulti.