Casaluce (Caserta) – «Rimaniamo stupiti dalle parole espresse da don Patriciello, il quale ci ha definiti “camorristi”. Ci dissociamo da questa nomea, forse lei non sa che nel comitato, tra i portantini e tutto ciò che circonda questa festa patronale, vi sono persone che indossano la divisa, i quali ogni giorno combattono contro la camorra e la delinquenza, persone che lavorano umilmente svegliandosi la mattina presto spaccandosi la schiena per portare un salario sudato sperando di arrivare a fine mese. Queste persone che lei ha definito camorristi, dopo una giornata di lavoro, con fede e sacrificio, portano a spalla il trono contenente l’immagine di Maria». – continua sotto –
Non ci stanno i portatori della Madonna di Casaluce ad essere classificati come “camorristi” e, in un comunicato, continuano: «La domanda che ci poniamo è questa: perché tanto fastidio? Come mai è stata ridotta la processione? Chi ha spinto a tutto ciò? Queste sono le domande che ci poniamo e che si pongono i fedeli. Detto ciò, una riflessione la dobbiamo fare un po’ tutti, parte religiosa e civile. E’ vero, il vecchio comunicato lascia libera interpretazione sulle cose scritte, forse non capito da chi legge. Il nostro è stato un comunicato di “Rabbia”, una manifestazione secolare che pian piano vediamo porre al termine (basti pensare alla processione del santo patrono nella quale ogni congrega portava con sé il simulacro, una scenografia da brividi, per non parlare della famosa frase che ognuno pronunciava: “Quann’ vir e sant argient e furnut a pruciussion”). Ora non vogliamo che venga pronunciata la frase “E furnut a pruciussion”. Molti fedeli aspettano quei giorni per vedere la processione. E’ vero, uno può dire: basta che il fedele va in chiesa e rende onori alla Madonna; non è la stessa cosa, è tradizione».
Subito una proposta: «Vediamo solo la presenza dei sacerdoti e del vescovo nel momento della traslazione e del ritiro l’ultimo giorno. Sarebbe bello che Sua Eccellenza e i sacerdoti vivessero con i portantini e i fedeli il pellegrinatio Mariae. Le idee, i pensieri ne sono tanti, siamo aperti a modificare le direttive per far sì che tale manifestazione di fede non finisca come già annunciato in precedenza, trovando solo muro dalle autorità. Questa è la domanda principale alla quale non sappiamo dare risposta: come mai qualcuno vuole che tutto ciò giunga al termine? Come mai queste secolari processioni stanno svanendo? Perché le autorità religiose vogliono che finisca tutto ciò?»
E sottolineano: «Ci sono altri aspetti importanti di cui nessuno parla. Le famose “tariffe” che molti sacerdoti chiedono per impartire i sacramenti. La diocesi vieta il pagamento per i sacramenti, ma di questo nessuno ne parla, giustamente i panni sporchi si lavano in famiglia. Le offerte dei sacramenti devono essere libere, a piacere così da evitare inutili litigi tra fedeli e sacerdoti come accaduto qualche tempo fa». – continua sotto –
«Detto ciò, siamo aperti – concludono dal comitato – ad un confronto con le autorità religiose, ribadiamo che la secolare processione deve rimanere di 7 giorni come da tempo si fa. Siamo pronti come comitato a dimostrare senza pretese i nostri carichi pendenti per dimostrare che nessuno di noi è camorrista. Confidiamo nella bontà delle autorità religiose nella speranza che la tanto attesa processione di Maria SS. di Casaluce non giunga al termine». La parola passa ora alle autorità religiose.