Telecamera e telefoni per avere le risposte dal suggeritore e provare a raggirare i commissari d’esame per il conseguimento per la patente di guida. A Milano gli agenti del commissariato Bonola, coordinati dal dirigente Antonio D’Urso, hanno indagato due quarantenni cinesi e due loro connazionali di 36 e 43 anni, pizzicati in flagrante mentre stavano mettendo in atto l’imbroglio al test per la patente. – continua sotto –
L’indagine dei poliziotti di via Falck si è concentrata su enti e associazioni che rilasciano gli attestati per il superamento dell’esame di lingua italiana, indispensabile per il permesso di soggiorno e la patente di guida. D’intesa con la Motorizzazione Civile, gli investigatori si sono concentrati in particolare sulle posizioni di alcuni cinesi, che nei giorni precedenti avevano presentato la domanda per sostenere il test da privatisti. Così, in meno di tre settimane, ne hanno bloccati quattro, che, “tramite la strumentazione celata sotto gli abiti, ricevevano dall’esterno di via Cilea le risposte esatte ai 30 quiz d’esame”.
La telecamera nascosta all’altezza del petto mostrava le domande a scelta multipla al suggeritore, che rispondeva tramite due cellulari attaccati alle gambe dell’esaminando: a seconda dell’impulso ricevuto sulla gamba destra o su quella sinistra, il privatista indicava V per vero o F per falso, superando così l’esame per accedere alla prova pratica. L’inchiesta è ancora in corso per individuare altre responsabilità e accertare eventuali altri casi simili.
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