Sono 108 gli arresti effettuati oggi dai carabinieri nell’operazione “Eureka” che ha smantellato un traffico di droga e di armi in Calabria gestito dalla ‘Ndrangheta. I militari del comando di Reggio Calabria sono stati supportati in fase esecutiva dei comandi provinciali di Catanzaro, Vibo Valentia, Pescara, Milano, Salerno, Catania, Savona, Bologna, Vicenza, L’Aquila, Ancona, Roma, Cagliari, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia reggina diretta dal procuratore Giovanni Melillo. – continua sotto –
Sequestrati, in via preventiva, società commerciali e beni mobili e immobili del valore di circa 25 milioni di euro, localizzati in Italia, Portogallo, Germania e Francia. L’operazione ha evidenziato gli assetti criminali legati al narcotraffico soprattutto delle cosche della Locride, ricostruendo la rete di fiancheggiatori del narcotrafficante internazionale Rocco Morabito, arrestato in Brasile nel 2021.
L’indagine, avviata nel giugno 2019, si è sviluppata nell’ambito di due squadre investigative comuni: una intercorsa tra la Dda reggina e le Procure tedesche di Monaco I, Coblenza, Saarbrücken e Düsseldorf e l’altra tra la Dda di Reggio Calabria, l’ufficio del giudice istruttore presso il tribunale di Limburg e il procuratore federale di Bruxelles, che sono state costantemente e per un lungo arco temporale, coordinate da Eurojust. Tutto è partito dalle attività investigative su alcuni soggetti riferibili alla cosca Nirta di San Luca, attiva a Genk, in Belgio, dedita, tra l’altro, al narcotraffico internazionale, inizialmente orientate verso la famiglia Strangio di San Luca, riconducibili ai Nirta, e progressivamente estese a diverse consorterie dello stesso centro aspromontano, interessando anche la locale di ndrangheta di Bianco, nel cui ambito sono stati ricostruiti gli assetti interni, numerose condotte relative ad acquisto di cospicue quantità di cocaina per il mercato locale, non concretizzatesi per mancanza di accordo con i fornitori, di detenzione e porto di armi da guerra, rese clandestine, di reinvestimento di capitali illeciti in attività imprenditoriali, sia in Italia che all’estero, in particolare nei settori della ristorazione, del turismo e immobiliare.
È stato inoltre approfondito il contesto criminale riguardante Rocco Morabito, detto ‘Tamunga’, già latitante di massima pericolosità inserito nel programma speciale di ricerca del ministero dell’Interno, tratto in arresto dall’Arma in Brasile nel maggio 2021, unitamente a Vincenzo Pasquino, all’epoca latitante per la Dda di Torino. Nel corso delle indagini, finalizzate alla cattura di Morabito e ad accertare nuove organizzazioni dedite al narcotraffico internazionale, è emerso che il gruppo riconducibile allo stesso Morabito era attivo, oltre che nel narcotraffico, anche nella compravendita di armi. Le acquisizioni hanno evidenziato che la consorteria aveva offerto un container di armi da guerra, da approvvigionarsi tramite non meglio identificati soggetti pakistani, a un’organizzazione paramilitare brasiliana che, in cambio, avrebbe spedito ingenti quantità di stupefacente al porto di Gioia Tauro. IN ALTO IL VIDEO