Aversa (Caserta) – Cancellare la definizione “Terra dei Fuochi” per giungere alla realizzazione del “Giardino d’Europa” attraverso quello che dovrà essere il rinascimento casertano. Questo il denominatore comune del convegno “Da terra dei fuochi a terra di rinascita” con il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, organizzato dall’associazione politico-culturale “Palaestra Normanna” fondata e presieduta dal senatore Pasquale Giuliano in collaborazione con il Rotary Club Averas Terra Normanna. – continua sotto –
Di rilievo l’intervento del ministro Pichetto Fratin, che ha auspicato «una rinascita etica e culturale che porterà anche quella economica. Eccellenze agricole che impongono la cancellazione della definizione terra dei fuochi per tornare a Campania Felix». «Siamo – ha continuato l’esponente del governo di Giorgia Meloni – davanti ad una sfida che è soprattutto culturale. Questo territorio si deve candidare ad essere un territorio di sviluppo. Al di là del colore dei governi, il risanamento è un atto dovuto. Il capitolare sottoscritto nel 2018 ha portato progresso. Nel 2019 gli incendi rilevati erano 120, oggi più che dimezzati con 52 nel 2022, ma dobbiamo arrivare a zero. Bisogna trasformare in punti di forza le negatività di questi ultimi 30 anni. Il recupero del Real Sito di Carditello è un simbolo, una prova di quello che si può fare in questo territorio. Per voltare pagina, non solo repressione, ma anche la messa in campo di un know how. Non c’è bisogno di singoli atti, ma di consapevolezza, soprattutto dei più giovani che influenzano gli adulti».
Ad aprire i lavori era stato il senatore Giuliano che ha parlato di «terra dei fuochi come una definizione disgraziata, nata da un dirigente di Legambiente. Termine che ha portato solo conseguenze negative per un territorio che ha solo subito». Giuliano ha ricordato una sua denunzia del 2005 alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nonché l’inchiesta, con relativo studio della Procura di Napoli Nord, per poi affermare: «Il titolo del convegno contiene non solo questa terribile definizione, ma anche una parola: “Rinascita”. Attendiamo un intervento concreto del governo. Sino ad ora solo promesse, ora con questo nuovo esecutivo si aspetta il nuovo corso. Le politiche che sono state attivate e quelle che sono programmate per intervenire su un territorio che avverte la urgente necessità ambientale, sociale ed economica di allontanare, cancellare l’infamante nomea di terra dei fuochi. Un territorio che però non può rinascere se non accompagnato da un intervento sollecito, mirato e massiccio del Governo. Abbiamo il diritto di rinascere, pretendiamo interventi e interesse». «Tante, troppe – ha dichiarato Giuliano – sono state le tragiche conseguenze che il territorio a nord di Napoli ha pagato e sta ancora pagando per i criminali sversamenti di veleni protrattisi per un tempo infinito su un’area che era famosa per essere tra le più fertili del Paese».
Il professor Furio Cascetta che, quale prorettore, ha portato i saluti dal rettore della Vanvitelli, Gianluca Nicoletti, ha affermato che «la parola chiave è cultura, non mi piace parlare di terra dei fuochi, ma di rinascita, di rinascimento casertano. È necessario fare squadra: forze dell’ordine, magistratura, politica, università. Noi, tra le altre cose, facciamo terza missione, ossia un impegno nello sviluppo del territorio. Esempio, abbiamo firmato l’accordo per trasformare terra dei fuochi in un giardino d’Europa. Tutta la Vanvitelli, 16 dipartimenti, che sono al servizio delle istituzioni quale sentinella del territorio. – continua sotto –
A chiudere i lavori Mariano Menna, docente di diritto penale alla Vanvitelli, che ha illustrato i mezzi repressivi per combattere lo sversamento dei rifiuti ponendo l’accento soprattutto sulla confisca dei mezzi utilizzati, uno strumento che, sebbene sia molto invasivo, non basta per vincere la guerra contro le ecomafie. «Per quanto riguarda lo sviluppo – ha concluso Menna – si auspica di giungere alla confisca obbligatoria e la bonifica del sito che è quello che veramente interessa ai cittadini. Il sistema repressivo ha dei problemi, allora perché non potenziare un’alleanza tra il giudice tradizionale e un organismo politico istituzionale, potenziando le misure?».