Aversa (Caserta) – Negli anni ’60 il canadese Joe Lewis, non vedente, ideò e realizzò un tavolo da ping pong per non vedenti, consentendo la nascita di uno sport dedicato a non vedenti ed ipovedenti qual è lo “showdown”. – continua sotto –
Pur non essendo ancora inserito fra gli sport paralimpici, malgrado dal 2010 sia stato riconosciuto come disciplina sportiva paralimpica, lo showdown ha acquistato diffusione e importanza a valenza internazionale, così che ogni 4 anni viene giocato il campionato del mondo, ogni 2 anni il campionato europeo e in Italia si disputano campionati nazionali individuali e a squadre e tornei ufficiali organizzati lungo tutta la penisola, aperti anche ad atleti normovedenti che possono partecipare bendandosi e usando le stesse strutture dei non vedenti e ipovedenti.
Nel gruppo delle città che partecipano a queste manifestazioni che portano frotte di appassionati, con conseguente indotto economico, nei Palazzetti dello Sport poteva inserirsi anche Aversa che dal 2011 possiede un tavolo da ping pong per non vedenti. Fu acquistato su sollecitazione dell’allora assessore allo Sport della giunta Ciaramella per essere poi lasciato inutilizzato in un deposito fino al 2018, quando l’assessore allo Sport dell’epoca, Alfonso Oliva, oggi consigliere di opposizione, lo recuperò affidandolo all’Unione Italiana Ciechi e ipovedenti per consentirne l’uso nel festival “Happy hand – on the Road” di Caserta a cui parteciparono non vedenti ed ipovedenti aversani. Successivamente quel tavolo, costato mille euro, tornò in un deposito da cui, in seguito fu trasferito, stando ai “si dice”, nel deposito della caserma della Polizia municipale per non essere più usato, rappresentando così una delle tante spese inutili fatte dalla città col denaro pubblico.
A questo punto, al consigliere Oliva, rappresentante di Fratelli d’Italia, considerando che ha tirato in ballo il denaro sprecato con l’acquisto delle bici a pedalata assistita per il bike sharing lasciate nel deposito della caserma dei caschi bianchi, restando inutilizzate e al degrado del tempo, chiediamo di chiarire dove quel tavolo da ping pong sia svanito. – continua sotto –
E ancora, avendone toccato con mano l’uso che poteva essere una fonte attrattiva di turismo sportivo per la città entrando nei circuiti nazionali e forse internazionali dello Sport showdown, perché non ha proseguito nella sua azione di recupero del tavolo per favorirne una utilizzazione permanente che lo avrebbe salvato dal diventare un rottame pronto per essere gettato nella spazzatura.