Aversa (Caserta) – Lo scorso febbraio abbiamo tinto una panchina di giallo, non per dare colore alla città che, comunque, ne ha bisogno, dato il suo divenire sempre più grigia per lo smog. Lo abbiamo fatto per lanciare un messaggio di speranza a tutela dei diritti umani, creando un piccolo spazio sociale a disposizione di tutta la cittadinanza. Un posto dove riflettere, ricordare vite umane scomparse, o semplicemente incontrarsi. Molto spesso negli ultimi mesi, tra noi, per darci un appuntamento, abbiamo tanto utilizzato l’espressione “vediamoci alla panchina gialla”. – continua sotto –
Ecco, su quella panchina affiggemmo una targa dedicata a Gino Strada, fondatore di Emergency, soccorritore e salvatore di vite umane in tutto il mondo, dall’Afghanistan al Medio Oriente, dal Kenya alla nostra Italia. Quella targa fu sradicata non perché non piacesse Gino Strada, ma perché questa città soffre di un grande male: il vandalismo.
La panchina gialla è rimasta spoglia per un po’ di tempo, ma ora non lo sarà più: abbiamo affisso una nuova targa, con la stessa frase, per la stessa persona, esempio di virtù e di vita. Siamo sinceri: non ci aspettiamo rimanga lì per molto, perché ad Aversa funziona così: passa il gruppetto di incivili che ha come unica forma di divertimento la distruzione e il vandalismo.
Eppure un’altra cosa la assicuriamo, ben più importante: ogni qualvolta quella targa verrà tolta da lì, noi la rimetteremo, se necessario due, tre, dieci o cento volte. Perché così va combattuto il vandalismo. Perché sono questi i messaggi da mandare alla cittadinanza e alle istituzioni silenti sul problema. Perché c’è bisogno di un gesto e di un atto politico forte, nella sua semplicità. – continua sotto –
Ringraziamo chi ci ha permesso di creare questo spazio, come ringraziamo la cittadinanza che quel piccolo luogo lo rispetta, cosicché Gino Strada, Giulio Regeni, Patrick Zaki e tutte le donne e gli uomini vittime di soprusi e abusi in tutto il mondo non possano mai essere soli. In cielo o in terra. Da parte nostra, ci troverete lì, alla panchina gialla, sempre dalla stessa parte, ad andare Contro-Senso.
L’associazione ControSenso