Aversa (Caserta) – Il Comune di Aversa “spegne” la musica alle ore 23 nelle strade della movida cittadina e scoppia la polemica per un provvedimento che accontenta i residenti e scontenta i titolari dei locali che chiedono lo stop alle licenze per i locali di somministrazione nel centro storico. – continua sotto –
Nell’ordinanza sottoscritta dal sindaco Alfonso Golia si legge che «tutto il territorio comunale risulta fortemente attrattivo con la presenza di molteplici esercizi commerciali, artigianali e di somministrazione di alimenti e bevande e, quindi, emerge la necessità di trovare un punto di equilibrio tra le giuste esigenze di quiete ed ordine avanzate dai residenti e le richieste espresse da un’altra parte di cittadini a favore di una città servita, vivace e vivibile anche nelle ore serali».
Evidenziato anche che «nell’ambito delle attività di somministrazione di alimenti e bevande esistenti nel territorio cittadino si sono registrati numerosi episodi di violenza, schiamazzi e di disturbo delle quiete pubblica nelle ore notturne a causa dell’incremento di traffico veicolare e di presenza pedonale nelle strade cittadine, interessate, in relazione ai comportamenti della clientela che frequenta gli stessi, a prescindere da qualsiasi profilo di responsabilità soggettiva del gestore».
Da qui la necessità di adottare misure per la salvaguardia della quiete e della salute pubblica anche alla luce delle richieste da parte dei residenti «di azioni adeguatamente limitative dell’esercizio delle attività presenti per garantire il riposo e degli operatori commerciali che, in forza della liberalizzazione degli orari, rivendicano la possibilità di utilizzare al meglio le opportunità previste e degli avventori che chiedono di poter vivere gli spazi della città». – continua sotto –
Sindaco e assessori competenti hanno ritenuto «necessario anticipare di un’ora il divieto di diffusione musicale nei locali fissando, fino al 31 agosto prossimo, il relativo orario alle ore 23 con la possibilità di riattivarla solo dalle ore 10 del giorno successivo, limitatamente agli esercizi pubblici di somministrazione ubicati in via Seggio, via Lucarelli e piazzetta Lucarelli, Strada San Paolo, via Diaz e via Belvedere. L’ordinanza è accompagnata da un’altra che prevede l’applicazione della sanzione amministrativa accessoria della sospensione dell’attività: per cinque giorni in caso di prima violazione; per dieci giorni in caso di seconda reiterazione della violazione; per quindici giorni in caso di terza reiterazione della violazione; – per trenta giorni in caso di quarta ed ulteriori reiterazioni della violazione.
Per Pasquale Pianese del “Comitato dei Residenti di via Seggio”, «lo stop alla musica alle 23 è una richiesta che avanzammo tempo fa al sindaco come comitato e fu accolta con favore. Il problema resta, però, sempre quello dei controlli: al tempo, i pattuglioni fungevano da deterrente, mentre quando mancano, in particolare il fine settimana, l’ordinanza resta solo sulla carta. Ma non solo i residenti di via Seggio e delle zone della movida dovrebbero interessarsi al fenomeno, ma tutta la cittadinanza, perché la Cassazione ha stabilito che è il Comune, con i soldi dei contribuenti, a dover risarcire i danni da movida».
Visibilmente contrariato Lello Candia di “Aversa Centro Commercio Vivo”: «Se pensano che questo sia il sistema per combattere la mala movida allora siamo alla frutta. Tra poco toglieremo la musica e quando entreremo in un locale sarà come entrare in un cimitero. Ci vuole un potenziamento della polizia amministrativa in modo che chi alza i decibel più del dovuto deve essere multato. Questo però con un nucleo così ridotto delle forze dell’ordine cittadino non è possibile. Quindi, per primo potenziamento, più controllo e più sanzioni a quelli che pensano di fare quello che vogliono, in un’ottica a corto raggio però continuare ad abbassare gli orari non serve a niente. Poi, se vogliamo parlare di come combattere la mala movida, dobbiamo cominciare a pensare in prospettiva a medio e lungo raggio con soluzione serie tipo blocco delle licenze di somministrazione nel centro storico. Chi vorrà fare politica seria in campo commerciale deve necessariamente partire da quello».