Mondragone (Caserta) – «Mondragone è senz’altro una “città a misura di auto”. E’ una città dell’automobile e dei combustibili fossili, è una città intasata, inquinata, dove lo spazio per le persone (cioè per la socialità, lo scambio, l’attività fisica e la cultura, tutte le cose per le quali vale la pena vivere) è ridotto ai minimi termini». Così l’Associazione Mondragone Bene Comune in una nota. – continua sotto –
«L’Ambc – continua la nota dell’associazione – da anni spinge per una diversa mobilità urbana più sostenibile e più dolce, in cui pedoni e ciclisti possano avere la priorità e in cui i bambini possano tornare a giocare per strada respirando aria pulita. Nei 5 anni che abbiamo alle spalle abbiamo proposto: pedonalizzazioni, strade scolastiche e limite a 30 km/h su tutte le strade del territorio, non essendoci strade a quattro corsie, due per ogni senso di marcia quali assi a scorrimento veloce (di recente alla Camera dei deputati è stato presentato il disegno di legge per realizzare città a 30km all’ora). Su queste proposte ci ritorneremo in modo più dettagliato.
E mentre a livello nazionale il Governo delle destre va esattamente in direzione opposta (alcune associazioni hanno elencato ben 10 “attacchi” alla mobilità sostenibile da parte del Ddl Salvini: https://fiabitalia.it/ddl-salvini), a livello locale “a dettare legge” sulla mobilità è esclusivamente il Comandante Bonuglia. E’ lui e solo lui a fare e a disfare, la Giunta e – men che mai – il Consiglio comunale non riescono a “mettere becco”. E la “mobilità targata Bonuglia”, che sostanzialmente si muove tra dissuasori messi e poi tolti e tra “rotonde calanti” e autovelox, non perde di vista soprattutto (diciamo) la necessità di fare cassa.
E’ del 28 agosto l’ordinanza n. 49 a firma Bonuglia per la limitazione della velocità massima a 50Km/h sulla Domiziana tra via Appia e via Padule. E per controllare che tale limitazione su questo breve tratto di strada venga rispettata, Bonuglia ricorre al tutor (e io pago!), ovvero a uno strumento di controllo elettronico della velocità media in un determinato tratto di strada (ossia tra una “porta di entrata” e una “porta d’uscita”), che di solito incontriamo sull’autostrada, poiché si contano sulle dita di una mano i tutor sulle strade statali e provinciali (nel nostro caso parliamo addirittura di un tratto di strada comunale). – continua sotto –
E il motivo di questa scarsa presenza dei tutor a livello comunale sta nella certezza della commissione dell’illecito, facilmente rilevabile con l’autovelox e il telelaser, strumenti che consentono di conoscere, in tempo reale, la velocità del mezzo, ma non altrettanto con il tutor, ove il calcolo dell’andatura è frutto di una complessa operazione matematica (la media della velocità viene rilevata mediante il rapporto tra lo spazio percorso e il tempo in cui ciò è avvenuto), che per quanto effettuata tramite software dinamici, non impedisce contestazioni.
Ci domandiamo: ma c’era proprio bisogno di spendere altri soldi pubblici per apparecchiare un ennesimo “baldacchino” funzionale solo ad elevare multe e foriero di contenziosi à gogo? Ma, in alternativa, non si possono comprare un po’ di centraline per monitorare l’aria che respiriamo, visto che in tante zone della città, a partire proprio dalla domiziana, “tira una brutta aria” che dovrebbe soltanto spingerci a ridurre, a bloccare il traffico, non a rallentarlo?
Nell’ordinanza di Bonuglia non si fa alcun riferimento al necessario decreto del prefetto con il quale si individua il tratto di strada in cui può essere utilizzato l’apparecchio e si motivano le ragioni per le quali viene consentito il rilevamento automatico della velocità con contestazione differita dell’infrazione. Sicuramente l’atto prefettizio è stato già acquisito, ma è meglio sottolineare e chiedere conto. Anche perché abbiamo un precedente, quello relativo all’intitolazione della nuova sede del Comando, con tanto di svelamento della targa e di cerimonia, in assenza però di autorizzazione prefettizia. Targa immediatamente rimossa dopo la segnalazione alla Prefettura da parte dell’Ambc. – continua sotto –
Tutti hanno potuto in questi anni constatare che l’amministrazione comunale è andata avanti con l’asfissiante presenza di un “tutore”. Adesso scopriamo che ha urgente bisogno anche di un “tutor”.
Ma, al di là delle facili battute, resta la necessità che la mobilità perda l’approccio poliziesco per ritornare ad essere una prerogativa del Consiglio comunale. A quando un piano discusso ed approvato dal Consiglio per trasformare finalmente Mondragone da “città a misura di auto” a “città a misura di bambine e di bambini” e, quindi, a misura di tutti?».