I rifiuti pescati sono il risultato dell’inquinamento quotidiano di diportisti e bagnanti che gettano in mare qualunque cosa, principalmente plastica e lattine che finisco nelle reti dei pescatori, ormai considerati “spazzini del mare” prima linea. – continua sotto –
In questo contesto si inserisce il progetto Firm “Una rete da pesca per la filiera dei rifiuti marini”, che ha l’obiettivo di ripescare rifiuti e creare una filiera che dalla differenziata porti all’utilizzo di questi materiali per produzioni capaci di generare guadagno.
Al progetto patrocinato da “MareVivo Onlus”, uno dei principali promotori della “Legge Salvamare”, ha aderito anche il Comune di Sorrento, che ha promosso una dimostrazione in mare consuntivo dell’attività svolta. Come ha spiegato il presidente del Consiglio comunale, Luigi Di Prisco.
Il progetto nasce con la finalità di sperimentare e creare le basi per lo sviluppo di una innovativa filiera dei rifiuti marini nella Regione Campania attraverso lo sviluppo di reti collaborative tra il mondo della ricerca, della pubblica amministrazione ed il settore della pesca in grado di generare valore economico, sociale ed ambientale per l’intero territorio e le comunità locali in una prospettiva di sviluppo sostenibile. Come conferma Marcella De Martino del Cnr. – continua sotto –
Il partenariato è composto da tre istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo (Iriss), Istituto di Scienze dell’Alimentazione (Isa) di Avellino e l’Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali (Ipcb) di Pozzuoli – 6 Organizzazioni regionali dei pescatori – Unci – Federazione Regionale della Campania; Federpesca – Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca; Confcooperative – FedAgriPesca Campania; Agci Campania; Legacoop Agroalimentare; Coldiretti – Impresa Pesca. Tra i partner anche le Associazione: Aics Napoli, Assoutenti Campania e Hippocampus. IN ALTO IL VIDEO