“Ragazzi…se vi dico ‘treno’ andate da quella parte eh?”. In un breve video, girato la sera del 30 agosto, pochi minuti prima dell’incidente ferroviario a Brandizzo, nel Torinese, costato la vita a cinque operai investiti da un treno, si sente pronunciare questa frase. Il filmato è stato recuperato dal profilo Instagram di Kevin Laganà che non lo aveva ancora pubblicato. La voce sarebbe quella del tecnico manutentore di Rfi, Antonio Massa. – continua sotto –
Come riporta il Corriere della Sera, nel filmato non si vede il volto di Massa, ma si sente la sua voce dire: “Ragazzi, cominciamo. Devono passare dei treni. Facciamo che quando arriva il treno io faccio un fischio e voi vi mettete di lato”. A scoprire il video (non pubblicato ma rimasto nelle bozze) è stato un parente di Laganà, il più giovane delle vittime, che aveva le password di accesso al profilo del social, mentre lo smartphone del ragazzo sarebbe andato completamente distrutto nell’impatto col treno.
Quella sera, poco prima di mezzanotte, della squadra di sei operai se ne salverà soltanto uno, il caposquadra Andrea Gibin, scampato per un attimo al treno regionale passato dalla stazione di Brandizzo a 100 chilometri all’ora mentre i suoi colleghi lavoravano sulle rotaie.
Gli aspetti su cui gli inquirenti si stanno concentrando sono quelli di eventuali procedure ignorate e sicurezza sottovalutata. La testimone chiave dell’inchiesta sulla strage è una dipendente delle Ferrovie, di 25 anni. È lei che, dalla sala controllo di Chivasso, la sera del 30 agosto, si è tenuta in contatto con il collega sul posto. Ed è lei, secondo quanto risulta dalle telefonate acquisite dagli investigatori, ad avere lanciato avvertimenti rimasti inascoltati. “L’ho detto per tre volte: i lavori non dovevano cominciare perché era previsto il passaggio di un treno. Da me nessun via libera”. Ieri la giovane donna ha trascorso l’intera giornata in procura. La sua deposizione è considerata molto utile per chiarire i contorni dell’incidente. – continua sotto –
Intanto, come scrive il Corriere della Sera, sembra emergere che gli operai lavorassero spesso al di fuori dei tempi concordati e tra il passaggio di due convogli, con l’obiettivo di tagliare i tempi gli interventi. Si sarebbe quindi utilizzato una sorta di “allarme a voce” per avvisare di spostarsi dai binari quando necessario. Lo aveva già spiegato in questi giorni un ex collega delle cinque vittime, Antonio Veneziano: anche a lui era capitato.
Oggi in commissioni riunite Trasporti e Lavoro della Camera sono previste le audizioni sulle condizioni di sicurezza dei lavoratori nel settore ferroviario: prima Rfi con l’ad Strisciuglio, poi i sindacati. Ieri duemila persone hanno partecipato al corteo di Vercelli organizzato da Cgil-Cisl-Uil.
Sul lato delle indagini, sono tanti gli aspetti che interessano i magistrati. Bisogna districarsi tra regolamenti, procedure, termini tecnici. Si cerca di capire, per esempio, se in quel tratto della linea ferroviaria era operativo il Cdb, un complesso meccanismo di sensori e circuiti elettrici che segnalano la presenza di rotabili sui binari. O se è vero che ci sono dei casi in cui gli operai cominciano i lavori in anticipo per evitare alle loro aziende di pagare salatissime penali. I pubblici ministeri hanno acquisito una gran quantità di documenti e messo sotto sequestro tutto il materiale che sono riusciti a recuperare sul luogo dell’incidente, compresa l’attrezzatura che maneggiavano le cinque vittime. – continua sotto –
Nell’inchiesta sono numerose le persone ascoltate ieri. È stata rinviata a mercoledì l’audizione di Antonino Laganà, fratello di Kevin, la più giovane delle vittime, nonché suo collega di lavoro all’impresa Sigifer di Borgo Vercelli. Ieri è passato da Palazzo di giustizia, da cui è uscito mano nella mano con il papà e indossando una t-shirt su cui era stampato il volto del fratello. Le famiglie dei cinque operai deceduti sono state invitate a fornire elementi che possono portare al riconoscimento dei corpi: tatuaggi, arcate dentarie, qualunque cosa. Solo in seguito potrà essere concesso il nullaosta per i funerali.
Al momento nel procedimento gli indagati (per omicidio e disastro ferroviario in forma di dolo eventuale) sono due. Il primo è Antonio Massa, il tecnico di Rfi addetto alla scorta del cantiere di Brandizzo. Il secondo è Andrea Girardin Gibin, 52 anni, capocantiere della Sigifer: quella sera si è salvato tuffandosi di lato alla vista del treno. Il suo difensore lo descrive come “molto provato e addolorato per la perdita di compagni di lavoro che erano anche amici. Ha vissuto un’esperienza unica nella sua drammaticità, era sul binario, è riuscito a scansarsi ma ha visto la morte in faccia e la morte colpire gli altri”, dice il suo avvocato.