Una rivoluzione chiamata streaming

di Redazione

Alcune tappe fondamentali da sapere – Correva l’anno 1999 quando lo streaming fece la sua comparsa. Per la precisione in occasione di una sfilata del famoso brand di abbigliamento femminile Victoria’s Secret, che per la prima volta fu trasmessa online. Quello che all’epoca sembrò essere un esperimento fallito – il sito che mandò in onda l’evento andò spesso offline – col tempo divenne una piacevole opportunità per tutti per prendere parte, direttamente e da remoto, alle manifestazioni più imperdibili. Come quella del 2004 che vide di fronte, durante l’Election Day a stelle e strisce, Bush e Kerry.  5 anni dopo il flop iniziale, stavolta la trasmissione via web andò decisamente meglio. Da quel momento in avanti, ecco diffondersi le prime piattaforme di streaming, per lo più illegali, poiché non erano stati pagati i diritti d’autore per i contenuti audio/video presenti nei vari database. Nel 2008la svolta, con Netflix che inaugura un’epoca di legalità e cambiamento a cui altri player hanno successivamente aderito proponendo i propri contenuti. Nel caso della società fondata da Reed Hastings e Marc Randolph il servizio di streaming offerto ha permesso alla distribuzione cinematografica di ottenere nuovi e indubbi benefici (stesso discorso vale per gli utenti). Benefici che hanno interessato anche lo sport, che con lo streaming negli ultimi 10 anni ha creato un binomio perfetto.

Un nuovo modo di intendere lo sport – Lo streaming non ha rivoluzionato soltanto il modo di intendere e godere i capolavori del piccolo/grande schermo, che possiamo ammirare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo grazie all’app di Netflix e a quelle di piattaforme simili, ma anche lo sport. Quando si tratta di calcio, basket, tennis e di altre discipline, oggi siamo in grado di sapere tutto in tempo reale dell’incontro che ci interessa. Grazie a quei siti che offrono il servizio di diretta live streaming, come per esempio quello che Unibet mette a disposizione di tutti, ecco che il prossimo derby d’Italia non avrà segreti. Stessa cosa dicasi per l’avvincente Denver Nuggets-Los Angeles Lakers del 24 ottobre, rivincita della serie play-off che ha visto LeBron e compagni soccombere davanti allo strapotere fisico e tecnico di Jokić, oppure per la finale dello US Open, da non perdere assolutamente. Anche l’MLB di baseball e l’NHL di hockey su ghiaccio possono diventare protagonisti delle nostre scelte sportive; basta un device, come smartphone o tablet, connesso a una rete wi-fi oppure una buona connessione dati per scoprire quale sarà il destino degli Houston Astros, degli Avalanche e degli Hurricanes.

Playlist d’autore e non solo – Lo streaming ha a che fare anche con la musica. Piattaforme come Spotify sono oggi indispensabili per chi non può proprio fare a meno di playlist d’autore, create per noi da un algoritmo che si auto-calibra a ogni nostra scelta oppure dai tanti appassionati. I successi di ieri e oggi dunque sono sempre alla portata, così come tracce un tempo di nicchia. Un’ottima cosa, sebbene, a detta di molti, ci sia anche il lato opposto della medaglia da considerare. Le persone che usufruiscono del sistema per la trasmissione di segnali audio via Internet per ascoltare le canzoni preferite, spesso si prestano a un consumo superficiale dei prodotti selezionati, facendo venire meno il forte legame che da sempre esiste tra chi canta e chi ascolta. Il rischio, in altre parole, è favorire una fruizione incentrata “sull’usa e getta”, tipico del web dove la soglia di attenzione non supera gli 8 secondi.

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