Aversa, Santulli: “Dissidente è chi ha fatto il ribaltone. Via i potentati dal Pd casertano”

di Antonio Taglialatela

Aversa (Caserta) – Scintille nel Pd dopo conclusione anticipata dell’amministrazione Golia. All’indomani della seduta consiliare che ha visto la mancata approvazione del bilancio di previsione, preludio all’imminente commissariamento da parte del Prefetto, abbiamo rivolto alcune domande al consigliere Paolo Santulli, già parlamentare della Repubblica ed esponente del gruppo Pd di opposizione nato dalla spaccatura interna alla maggioranza creatasi dopo il “ribaltone” del 2020. – continua sotto –

Onorevole Santulli, ieri in Consiglio comunale è stata sancita la fine prematura della consiliatura di Alfonso Golia. Lei ha sottolineato che si tratta del terzo caso consecutivo di scioglimento anticipato di un’amministrazione da dieci anni a questa parte. Come si è arrivati all’ennesima disfatta? «Il sindaco Golia doveva andare a casa già quattro anni fa, prima del ribaltone. Con un governo di centrosinistra, il sindaco, per mantenersi legato alla poltrona, ha recuperato quelli del centrodestra per fare un’altra maggioranza. Noi negli anni abbiamo sempre denunciato quanto era avvenuto, quindi sostanzialmente non è cambiato niente rispetto alle altre volte. Nell’ultima seduta del Consiglio c’è stata solo l’astensione del presidente, ma noi ogni volta che abbiamo votato i bilanci siamo stati 12 a 13 per la maggioranza, con il sindaco che faceva la differenza col suo voto. Pertanto, hanno portato avanti una realtà che non si reggeva».

Il gruppo Pd di opposizione, di cui lei fa parte, è stato oggetto di critiche sia da parte del parlamentare Stefano Graziano, a cui fa riferimento il gruppo Pd di maggioranza che sosteneva il sindaco Golia, sia da parte del commissario cittadino del Pd, Eugenio Marino, che in una riunione a cui lei non ha partecipato aveva fatto appello alla responsabilità in vista dell’approvazione del bilancio. Come risponde? «Io stimo il commissario perché l’ho sentito più volte. Al momento della riunione ero impegnato a Roma, per questo non ho partecipato. E lui lo sapeva, infatti ci dovevamo incontrare proprio a Roma, poi lui era impossibilitato e non ci siamo visti. Ma se il commissario è venuto da qualche giorno, e quindi non conosce la realtà, mi meravigliano coloro che in quattro anni sembrano aver vissuto in letargo. Noi, come gruppo, sono quattro anni che votiamo contro i bilanci perché il sindaco lo abbiamo sfiduciato. Quella che si reggeva a stento in piedi fino a ieri era un’amministrazione illegittima. Lo abbiamo detto al partito ma nessuno ci ha voluto sentire. I dissidenti siamo noi? I dissidenti sono loro che hanno fatto il ribaltone e questo è vergognoso. Perché non si sono presentati un’altra volta ai cittadini a chiedere il voto per essere rieletti dopo che erano stati sfiduciati? Sfiduciati perché noi avevamo denunciato dei falsi in bilancio che la Corte dei Conti ha stigmatizzato, penalizzando il Comune di Aversa. Anzi, illegittimamente, il Partito Democratico nel 2020 ci ha sospeso per alcuni giorni, però poi non ci ha praticamente chiesto scusa quando la Corte dei Conti ha riconosciuto che avevamo ragione».

Ritiene che in futuro ad Aversa possa esserci un Partito democratico unitario? «In provincia di Caserta e ad Aversa ci sono dei potentati che comandano da troppo tempo. Questi potentati devono scomparire. Con i tesseramenti eravamo riusciti a raggiungere questo obiettivo. Ma poi hanno detto che i tesseramenti erano tossici, hanno annullato tutti gli iscritti. Allora mi venissero a dire da dove mi cacciano? Da quale partito se non sono iscritto? Questi non capiscono nemmeno dove stanno. – continua sotto –

In vista delle amministrative del 2024 non c’è il rischio che si possa ripetere lo scenario di coalizioni promiscue che portino, dopo un po’ di tempo, all’ennesimo scioglimento anticipato del Consiglio? «Purtroppo c’è tanta confusione, non c’è alcuna certezza. Noi certamente cercheremo di organizzare delle liste, naturalmente senza nessun simbolo di partito, però andremo a rappresentare le nostre idee giuste, legittime, riconosciute dai cittadini e riconosciute anche dalla legge. Altro che ‘legalità’ che facevano gli altri». IN ALTO IL VIDEO

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