Aversa (Caserta) – “Quella di Gianluca Golia poteva essere un’opposizione costruttiva, e invece…”. E’ il pensiero di Mariano Scuotri, consigliere di maggioranza uscente del gruppo “La Politica che Serve”, che replica alle dichiarazioni rilasciate stamani a Pupia.Tv (leggi qui) dall’esponente dell’opposizione ed ex candidato sindaco del centrodestra nel 2019, il quale ha controbattuto alla lunga intervista (qui il video) che il sindaco Alfonso Golia ha rilasciato alla nostra testata giornalistica all’indomani della mancata approvazione del bilancio che ha sancito la fine anticipata della consiliatura. – continua sotto –
Ecco la nota di Scuotri: «Vorrei ricordare a Gianluca Golia, quando parla di delegittimazione politica, che lui siede in Consiglio comunale grazie al fatto che una coalizione di centrodestra messa insieme con lo scotch all’epoca, 2019, lo scelse come nome di cartapesta da schierare contro il Golia giusto, Alfonso, che poi stravinse stracciandolo elettoralmente con il 70% dei voti.
Un 70% conquistato al ballottaggio da una coalizione formata da tre liste, tra cui la Politica Che Serve, la seconda lista in città in assoluto per numero di voti, contro un’accozzaglia di simboli e nomi, quelli della coalizione di Gianluca Golia, che pur mettendo insieme nomi roboanti dell’ancien regime della politica aversana (lo stesso che Gianluca dice di volere combattere ma di cui si è poco elegantemente servito per sedere in consiglio comunale) ha racimolato appena il 30%.
Mi fa sorridere poi la difesa d’ufficio che l’amico Gianluca fa di Roberto Romano, pensando a quante volte lui stesso lo ha attaccato in Consiglio comunale, accusandolo di passare da un partito all’altro: è evidente però che forse il buon Gianluca, di cui abbiamo tutti l’immagine impressa sul palco con Matteo Salvini ad Aversa gridare ad un “cambiamento” che si sarebbe dovuto avviare non si sa come con gli stessi volti che hanno governato Aversa per anni distruggendola, abbia forse ritrovato (in realtà forse non l’ha mai smarrito) quello spirito di “cambiamento” d’opinione facile asservito alla cosa più conveniente da dire al momento giusto, anche se totalmente contraria a quella detta un minuto prima. – continua sotto –
E allora Caro Gianluca, mi rivolgo a te. Ricordiamo tutti quando in campagna elettorale goffamente tentavi di imitare lo stile e il trasporto carismatico di Alfonso Golia, ma purtroppo in questo caso dobbiamo dire che la somiglianza è rimasta sempre e solo al cognome. Così come quando adesso, rincorrendo una modalità che evidentemente (e forse è un bene) non ti appartiene e perciò non riesci bene ad utilizzare, parli, goffamente, della nostra esperienza amministrativa appellandoti alla storia dell’inciucio e del ribaltone: nessun ribaltone, semplicemente nel 2020, con un’Aversa flagellata come il mondo intero dal Covid, quando un pezzo di Pd con leggero condimento di altri pezzi di maggioranza decise che per meri capricci di promesse elettorali mai esistite su assessorati e dirigenti (nessun bene della comunità, solo interessi personalistici di bandiera) bisognava mandare il sindaco a casa, grazie ad un’alleanza con altri gruppi espressione dell’area di centrosinistra (Moderati e 5 stelle), la nostra Amministrazione poté andare avanti e portare a compimento il progetto, tuttora in esecuzione, di una città con una differenziata al 63%, con il quintuplo dei cantieri in più avviati rispetto alle amministrazioni precedenti, con progetti di riqualificazione veri e seri per le aree urbane periferiche e per i parchi urbani, con i conti in regola, e con tante altre cose che i miei coetanei, i giovani di questa città, e non solo, sognavano da tempo di vedere declinate da propositi in realtà.
E poi, Gianluca, se posso permettermi umilmente come un fratello minore vorrei darti un consiglio: tu non fai parte secondo me, o almeno non ne facevi parte, per impostazione antropologica, di quell’ensemble aversana di personaggi in cerca di autore che ad ogni elezione pensano a dove sia meglio accasarsi per racimolare un seggio piuttosto che a costruire un’idea vera e concreta per la città.
Non dire, ti prego, che addirittura Romano sarebbe un “eroe” perché si sarebbe sacrificato perché avrebbe rinunciato ai suoi incarichi: è proprio un concetto sbagliato di base, la politica, te lo dico da ragazzo più giovane, non si fa per accumulare incarichi e indennità, ma per mettere insieme visioni e progetti, sacrificando il proprio tempo, anche senza avere nulla in cambio, al servizio della comunità. – continua sotto –
Io a 20 anni sono diventato consigliere comunale e ho rallentato il mio percorso universitario e lavorativo per lavorare giorno e notte a progetti, delibere, cose per cui forse nella maggior parte dei casi nessuno mi dirà nemmeno grazie ma l’ho fatto non perché sono un eroe, ma perché ho scelto di fare politica e la politica è servizio alla comunità non alla propria carriera.
Caro Gianluca, abbandona tu i soliloqui a cui forse ti sei abituato in questi quattro anni nonostante i mille appelli rimasti inascoltati da parte nostra a collaborare attivamente a mettere in campo in sinergia idee per la città. Perché poteva esistere un’opposizione costruttiva, e tu decisamente, non lo sei stato per niente».