Domenica 29 ottobre, alle ore 10.30, nella sala convegni del Palazzo Ducale “Sanchez de Luna” di Sant’Arpino (Caserta), si terrà la presentazione del libro “La mia Eleonora – tra storia e mito”, scritto da Ersilia Di Palo, per i tipi di “La Valle del Tempo” di Mario Rovinello; libro che si dispiega nella rappresentazione del rapporto affettivo a-temporale che lega l’autrice a Eleonora Pimentel Fonseca, martire della Repubblica Napoletana del 1799, e che da poco ha conseguito il premio speciale di merito al Premio Intercontinentale “Le nove muse”. – continua sotto –
La presentazione è stata organizzata dall’associazione culturale “Sophìa”, col patrocinio del Comune di Sant’Arpino, a chiusura della sessione 2023 della Rassegna filosofico-letteraria permanente “Persona & Logos”, nel quadro degli eventi tenuti per l’attribuzione al Comune stesso della qualifica “Sant’Arpino Città che legge 2022-2023”.
Alla presentazione, che sarà moderata dalla vicepresidente dell’associazione organizzatrice, Enrica Romano, dopo l’introduzione del presidente Antonio Moccia e i saluti istituzionali del sindaco Ernesto Di Mattia e dell’assessore alla Cultura Giovanni Maisto, interverranno l’editore Mario Rovinello, l’autrice Ersilia Di Palo e il filosofo e poeta Giuseppe Limone. Saranno, inoltre, letti brani del libro dall’attrice Clotilde Punzo.È stata scelta la data del 29 ottobre per la presentazione di tale libro, in quanto in essa ricorre il duecentoventiquattresimo anniversario del martirio di Francesco Mario Pagano, Domenico Cirillo, Giorgio Pigliacelli e Ignazio Ciaia.
L’evento chiuderà la sessione 2023 della rassegna “Persona & Logos” e, nel contempo, aprirà quella del 2024, la quale prenderà le mosse dalla Rivoluzione napoletana del 1799 come primo atto del Risorgimento italiano, e avrà come leitmotiv la domanda-provocazione: “E se il processo di unificazione dell’Italia fosse partito dal Sud?”. La domanda, spiega il presidente Antonio Moccia, mira a far storcere il naso a quegli storiografi che già da qualche lustro tentano di innestare nella legittima e meritoria ricerca di documenti inediti da vagliare criticamente, elementi ispirati a un anacronistico “lealismo” filoborbonico. – continua sotto –
E a chi obietterà convocando il principio per cui la storia non si fa con i “se”, ossia a chi muoverà l’accusa di far ricorso ai “condizionali controfattuali” pretendendo di dedurre il vero dal falso, risponde: “Ma anche chi è convinto di fare la storia senza “se”, in realtà la sta facendo con i “se”, in quanto legare un evento storico indissolubilmente a un altro equivale a sostenere che “se” non si fosse verificato l’altro evento non si sarebbe avuto quello in esame”.