“Malati d’Ambiente”, traffico rifiuti Ue-Turchia e Intelligenza Artificiale: concluso a Napoli il 15esimo forum PolieCo

di Redazione

Napoli – “La gestione dei rifiuti in Italia rappresenta ancora un problema e intanto gli scenari delle esportazioni, che oggi vedono al centro la Turchia, cambiano luogo ma non modalità. Non sono emerse tuttavia solo le criticità, legate soprattutto alla carenza di impianti di riciclo, ma anche le tante potenzialità espresse da imprese illuminate che, nonostante le difficoltà, mettono in campo azioni di economia sostenibile. E se da un lato si riconfermano gli allarmi di una transizione ecologica ancora lontana dalla realtà, dall’altra, mondo della ricerca e dell’innovazione sembrano tracciare la strada per un nuovo paradigma ambientale”. Così, Claudia Salvestrini, direttrice generale del consorzio nazionale dei rifiuti in polietilene “PolieCo”, commenta la conclusione del 15esimo Forum Internazionale sull’Economia dei Rifiuti, dal titolo “Malati d’Ambiente”, tenutosi a Napoli il 6 e 7 ottobre. – continua sotto –

“Malati d’Ambiente”, a sottolineare la malattia intesa come cieca passione ma anche la malattia della burocrazia che in alcuni casi non favorisce la tutela dell’ambiente, fino alla malattia fisica correlata all’inquinamento.

“Due giorni di confronto con esperti ambientali, istituzioni, medici, giornalisti, architetti, ricercatori, accademici e magistrati che hanno sottolineato – spiega Salvestrini – l’esigenza di condividere un progetto comune nella consapevolezza che l’ambiente deve essere scevro dai colori politici. Deve essere né di destra né di sinistra e soprattutto tutti gli attori coinvolti nella sua tutela devono adottare un registro linguistico condiviso”. “Coinvolgere più persone ai vari livelli, non solo attraverso gli addetti ai lavori, formare ed informare devono essere le azioni basilari per la conversione green – sostiene il presidente del Polieco, Enrico Bobbio – perché la sfida che ci aspetta riguarda tutti e tutti, nessuno escluso, devono sentirsi parte di una transizione ecologica da coniugare in fatti concreti”.

Caso Turchia – Riflettori accesi sulla Turchia che, dopo lo stop della Cina nel 2018, è divenuto il principale importatore di rifiuti in plastica europei. Discariche illegali a cielo aperto, nelle campagne, tra le case, bambini che lavorano nella raccolta dei rifiuti, incendi dolosi che creano nubi di diossina, terra acqua e aria sempre più inquinate. Uno scenario descritto da Sedat Gündoğdu, biologo marino, docente delle Facoltà della Pesca dell’Università di Cukurova, nella piana dove è situata Adana, città in preda ad uno scempio ambientale. “I rifiuti pericolosi – ha spiegato il docente turco – vengono esportati dal Nord al Sud del mondo a partire dagli anni ‘70. A causa dell’aumento della produzione di rifiuti in Europa, Regno Unito e Nord America, lo smaltimento di questi rifiuti nel paese di produzione, insieme alle infrastrutture sottosviluppate, è diventato meno attraente. Di conseguenza, l’esportazione dei rifiuti è diventata un’opzione più attraente ed è nota come ‘colonialismo dei rifiuti’”. – continua sotto –

Intelligenza Artificiale – “Ragionare di traffici illeciti di rifiuti vuol dire ragionare di interventi normativi, di risorse adeguate e di autonomia di indagine. Pensare di modificare l’assetto costituzionale per arginare l’autonomia e l’indipendenza del pubblico ministero vuol dire minare il lavoro stesso delle indagini. Fino a questo momento il pm poteva avviare un’indagine. E qui nasce anche il problema delle risorse che sono notoriamente in sottorganico”. Lo ha detto Antonello Ardituro, sostituto procuratore alla Direzione Nazionale Antimafia, per il quale “è indubbio che per certi versi abbiamo le armi spuntate e la situazione diventa più seria se pensiamo alla limitazione dell’uso delle intercettazioni e all’approccio investigativo decisamente troppo tradizionale rispetto invece alla velocità della criminalità organizzata”. “Sarebbe sicuramente più utile – ha proposto il magistrato – prevedere l’impiego dell’intelligenza artificiale per gestire la mole di dati d’indagine, specie per il traffico transnazionale. Le mafie viaggiano ad un ritmo differente e allora è necessario recuperare il ritardo”.

IN ALTO IL VIDEO CON INTERVISTE E IMMAGINI DEL FORUM

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